Ogni attività strategica per le aziende, per essere davvero efficace, oggi dovrebbe essere il più possibile personalizzata, adattandosi alle specifiche esigenze del mercato. Da un lato, la trasformazione digitale ha reso la domanda sempre più volatile; dall’altro, ha messo a disposizione una quantità di dati tale da rendere possibile la creazione di soluzioni davvero su misura. Trattandosi di un’attività essenziale per migliorare l’efficacia, anche nei contesti di cambiamento, il coaching aziendale non è escluso da questa tendenza verso la personalizzazione. Scopriamo insieme i vantaggi, nell’articolo che segue.
L’importanza del coaching aziendale
Nonostante la maggior parte delle organizzazioni sia consapevole dell’importanza di prevedere il coaching aziendale, anche all’interno di un progetto formativo finalizzato allo sviluppo di soft skill, non sempre ci si approccia a queste attività con la fiducia necessaria.
Il motivo è da ricercare nella difficoltà di ottenere risultati e di mantenerli nel tempo. Ciò che spesso accade, infatti, è che vi sia un iniziale slancio di motivazione e produttività appena terminato il corso di formazione, ma che passata qualche settimana si torni alle vecchie abitudini poco efficaci.
La presenza dell’elemento del coaching aiuta invece ad allenare le competenze che sono oggetto del training, sia nel corso delle sessioni formative, sia una volta terminate.
Come si inserisce questa componente?
Durante lo svolgimento dei corsi di formazione, il facilitatore dell’apprendimento dovrebbe essere in grado di assumere il ruolo di coach, con un approccio personalizzato nei confronti dei partecipanti che li aiuti a esprimere al meglio il potenziale personale e professionale. Ma non solo, le sessioni di coaching possono avvenire anche in modalità peer to peer, ovvero tra colleghi, sia in aula, sia al ritorno nell’ambiente di lavoro abituale.
I vantaggi della personalizzazione del coaching aziendale
Uno degli elementi cruciali, per ottenere risultati con un progetto di formazione e di coaching aziendale, è il coinvolgimento dei partecipanti, per fare in modo che siano motivati e abbiano fiducia nel coach.
Proprio come suscitare l’interesse in una classe di studenti è la condizione primaria, per incoraggiarli a studiare ed essere sempre curiosi nei confronti della materia, l’engagement dei collaboratori è essenziale, per trovare la motivazione necessaria a migliorare costantemente le performance in azienda.
L’unico modo per fare sì che i partecipanti siano coinvolti prima, durante e dopo il progetto di formazione è studiare un percorso personalizzato, adattando il metodo del coach alle esigenze organizzative e a quelle individuali.
In quest’ottica, il supporto del manager è determinante: in qualità di leader, dovrebbe essere il primo a volere incoraggiare lo sviluppo dei suoi collaboratori, creando un gruppo di lavoro empowered che ponga le basi per il futuro dell’azienda. Grazie all’attivazione di un circolo virtuoso composto da benessere organizzativo, motivazione, soddisfazione e produttività, i collaboratori potranno affrontare il progetto di coaching aziendale con la giusta fiducia, percependo l’attenzione nei riguardi delle loro esigenze individuali.
È per questo che, se i corsi di formazione non hanno ottenuto i risultati sperati, spesso il motivo è da ricercare nell’assenza di un confronto preliminare tra il manager e il partecipante che sente di dovere prendere parte al progetto di training perché gli manca una competenza e percepisce quindi un giudizio negativo.
Quando invece gli obiettivi formativi sono condivisi in modo trasparente e il dialogo tra leader e collaboratore prosegue anche dopo la fine del training, la fiducia viene mantenuta ed entrambe le parti saranno maggiormente motivate a dimostrare di meritarla.
Una volta compresa l’importanza del lifelong learning, non solo nella diffusione di benessere, ma anche nell'aumento della capacità di affrontare le nuove sfide del mercato, le trasformazioni tecnologiche e i cambiamenti organizzativi, il coaching aziendale può diventare un alleato strategico.
Ad esempio, ciò che è accaduto con l’emergenza globale causata dalla pandemia da COVID-19 è stata una rivoluzione totale dell’approccio al lavoro che, nella nostra esperienza, ha visto anche una necessità di riadattare la proposta formativa, sia nei contenuti, sia nella forma.
Il training si è spostato dall’aula (o dalle aziende) alle virtual classroom, consentendo così anche la possibilità di strutturare il percorso in pillole formative, magari più brevi, ma ricorrenti, nelle quali i colleghi si potevano finalmente rivedere in occasioni meno formali rispetto alle videoconferenze di aggiornamento.
I contenuti sono andati nella direzione del supporto all’efficacia professionale in smart working, della virtual leadership e delle vendite da remoto.
Prevedere dei percorsi di formazione standard rischia di compromettere la capacità dell’azienda di rispondere proattivamente ai cambiamenti e alle situazioni inattese; al contrario, la personalizzazione resa possibile dal coaching consente di adattarsi in modo agile alle trasformazioni degli strumenti di lavoro, del mercato e dell’approccio ai clienti.
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