Proviamo a concludere insieme questa frase: “Un leader efficace dovrebbe...”. Il modo in cui ognuno di noi sceglie di proseguire può essere già un buon indicatore dello stile o degli stili di leadership adottati.
Ne esistono di migliori rispetto agli altri? Forse, ma è la nostra capacità di cambiare e migliorare ogni giorno che determina la reale efficacia nei confronti dei collaboratori e l’impatto sulla crescita dell’organizzazione.
In questo articolo, scopriremo insieme quali siano i tipi più diffusi di leader e proveremo a capire quanto siano attuali.
Gli stili di leadership più diffusi oggi
Come abbiamo visto nella premessa, il modo in cui ogni manager incarna la propria leadership è personale e può variare nel tempo, grazie all’acquisizione di una maggiore esperienza e ai cambiamenti del contesto.
Infatti, l’efficacia è determinata dalla capacità di adattamento alle specifiche situazioni e non dall’adozione di un particolare modello di gestione.
Ci sono però stili di leadership comuni a diversi manager, che ci possono aiutare a definire quello che ci caratterizza e valutare con maggiore consapevolezza i nostri comportamenti.
Vediamo insieme i più diffusi.
Stile direttivo
È il leader che prende la maggior parte delle decisioni e i suoi collaboratori devono fare ciò che dice. Lo stile direttivo non coincide con un carattere antipatico; si tratta solo di un modo di gestire le proprie persone.
Stile persuasivo
La considerazione dei membri del gruppo di lavoro non cambia rispetto allo stile direttivo, ma i leader persuasivi condividono decisioni e obiettivi da raggiungere, con interazioni frequenti con le persone e comunicazioni basate soprattutto sull’ascolto.
Stile partecipativo
Il leader partecipativo assegna le attività senza entrare troppo nei dettagli, ma è sempre disponibile ad aiutare e incoraggiare. In questo modo, i collaboratori acquisiscono maggiore autonomia nell’organizzazione del lavoro.
Si tratta di uno stile efficace e indicato in particolare per la modalità smart working.
Stile delegante
L’elemento centrale di questo stile è proprio la delega, adottata dal leader per conferire la massima libertà di manovra alle proprie persone. Le attività si inseriscono all’interno di linee-guida generali, ma non vi sono tentativi di influenzare il lavoro dei collaboratori.
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Oltre ai quattro modelli descritti fin qui, vale la pena dedicare un approfondimento ad altri stili di leadership, di cui sempre più spesso si discute nelle organizzazioni di oggi.
Stiamo parlando di leadership trasformazionale, transazionale e situazionale. Vediamo le loro definizioni.
Leadership trasformazionale
Si tratta di uno stile capace di diffondere l’apertura mentale necessaria per affrontare con fiducia i cambiamenti, per trovare soluzioni innovative o punti di vista mai adottati prima.
I manager di questo tipo sono in grado di creare le condizioni per la massima espressione del potenziale individuale e delle competenze del loro gruppo di lavoro.
Leadership transazionale
Il leader mette a disposizione la sua esperienza per supportare la soluzione di eventuali problemi, ma non nutre particolari desideri di cambiamento, anzi, tende a opporvi resistenza.
Questo stile di leadership si inserisce bene nelle strutture aziendali in cui le persone sono motivate a raggiungere i loro obiettivi grazie alla presenza di incentivi economici.
Leadership situazionale
Le caratteristiche di un leader situazionale e i suoi comportamenti dipendono in massima parte dal contesto organizzativo e dai collaboratori.
A seconda delle situazioni, il manager assegna le responsabilità individuali e trova il modo di aumentarle in base alle competenze e alle esperienze acquisite.
Focus: l’intelligenza emotiva
I leader dotati di intelligenza emotiva non sono solo più efficaci nella gestione delle persone, ma creano un clima lavorativo sereno, perché sono in grado di ispirare il gruppo con il loro esempio.
Questo tipo di relazione - basata sulla fiducia reciproca tra manager e collaboratore - è alla base dell’empowerment organizzativo, poiché incoraggia l’espressione del potenziale e punta al miglioramento continuo, grazie a una maggiore consapevolezza.
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