Il benessere di un’organizzazione è strettamente legato al tipo di rapporto che i collaboratori hanno e manifestano nei confronti dell'azienda. L'attenzione delle aziende al tema si deve alla sempre maggiore consapevolezza, avallata anche da numerosi studi in ambito HR, del legame tra benessere, motivazione, soddisfazione e produttività.
Nell'articolo che segue, vedremo gli elementi che incidono sul benessere aziendale e che ne sono a sua volta influenzati, con alcuni esempi pratici.
Cosa significa benessere aziendale?
Come abbiamo visto nel nostro articolo dedicato al benessere organizzativo, questo concetto riguarda la capacità di un'azienda di promuovere il benessere fisico, quello psicologico e sociale dei suoi collaboratori, mantenendone il livello il più alto possibile, in ogni reparto e per ogni ruolo.
Quali sono i fattori che lo influenzano?
Quelli che seguono sono gli elementi che incidono sul benessere in azienda e che saranno argomento dei prossimi paragrafi:
Soddisfazione
La soddisfazione dei collaboratori incide profondamente sul clima organizzativo, ma non solo, è stato dimostrato infatti come abbia un forte impatto anche sulla produttività. Una delle ricerche a sostegno di questa convinzione è lo studio del 2008 di Gallup Healthways: i dipendenti di un’azienda che dichiarano di essere poco soddisfatti della propria vita, si assentano dal lavoro 1,25 giorni in più dei colleghi che registrano livelli di soddisfazione maggiore.
I collaboratori appagati, in media, lavorano 15 giorni in più all'anno!
Un altro esempio ci viene fornito da Jennifer George e Kenneth Bettenhausen che, analizzando gli impiegati in un’azienda di servizi che si dichiarano soddisfatti, sottolineano che gli stessi impiegati ricevono dai loro clienti riscontri migliori rispetto ai colleghi meno appagati.
Facile immaginare che quando si ha a che fare con il pubblico, quindi, il senso di appartenenza e di impegno che si riscontrano tra i dipendenti abbiano un forte impatto anche sulle vendite.
Motivazione
Molto legata all'atmosfera che circonda l’azienda, e quindi al clima e al benessere, è la motivazione dei dipendenti, quella spinta che ci porta a muoverci e ad agire. Più il significato e il senso di quelle azioni è condiviso, maggiore sarà la motivazione.
Sarebbe opportuno specificare che la motivazione aziendale è composta da due livelli:
- le motivazioni estrinseche riguardano la compensazione monetaria, quindi la retribuzione (fissa o variabile) e l'eventuale programma di incentivi per aumentare la produttività e premiare i risultati
- le motivazioni intrinseche si basano sulle condizioni che favoriscono l'espressione del potenziale personale e professionale dei collaboratori, ovvero le prospettive di crescita e di carriera, i progetti di formazione e il feedback costruttivo per condividere l'apprezzamento del lavoro svolto
La cultura organizzativa ha un ruolo decisivo perché contribuisce a creare significato e dare un senso alle attività quotidiane.
Concentrazione
Abbiamo visto come il clima influenzi il comportamento e abbia un forte impatto sulle performance lavorative.
Il clima aziendale influenza inoltre fortemente la capacità di concentrazione, a sua volta strettamente connessa alla motivazione: quando amiamo ciò che facciamo, infatti, riusciamo a concentrarci praticamente senza sforzo, perché il desiderio è capace di mantenere naturalmente alto il focus, proprio come accade ai bambini mentre giocano.
Sappiamo bene, tuttavia, come non tutte le attività lavorative possano essere piacevoli. Ci sono dei piccoli trucchi per mantenere alta la concentrazione, anche in situazioni potenzialmente ricche di distrazioni, come gli open space o le giornate di smart working.
Quando si riesce ad allenare il focus e a vincere la tendenza naturale alla procrastinazione, la soddisfazione che deriva dall'avere portato a termine un compito percepito come noioso sarà ancora maggiore e ci si potrà concedere un piccolo premio!
Occorre prestare particolare attenzione all'equilibrio tra sfida e capacità perché si sfocia in una condizione mentale diversa e non sempre positiva: lo stress. Approfondiamo l'argomento nel prossimo paragrafo.
Stress
Lo stress viene percepito quando abbiamo obiettivi troppo sfidanti rispetto alle nostra capacità e competenze. Se gli impegni arrivano a farci sentire sopraffatti, è molto probabile che perdiamo la concentrazione ed entriamo in uno stato di ansia. In questo stato, la nostra performance e la nostra soddisfazione rischiano di abbassarsi notevolmente, proprio per la difficoltà a mantenere elevata la concentrazione.
Anche in questo caso, occorre fare una distinzione tra due tipologie di stress:
- eustress è lo stress positivo, quello legato alla forte motivazione e alla volontà di raggiungere un obiettivo, che ci spinge a lavorare con la massima concentrazione ed esprimendo al meglio il nostro potenziale;
- distress è invece lo stress negativo che può generare sentimenti distruttivi, come la paura di fallire, e causa un blocco sia nei pensieri che nelle attività.
Per il suo potenziale anche pericoloso in termini di salute dei collaboratori, lo stress è anche considerato tra i rischi da valutare nel DUVRI.
Noia
Altrettanto pericolosa, proprio come lo sono lo stress e l’ansia, la noia si presenza quando mancano la motivazione e l’impegno e si è poco coinvolti in ciò che si sta facendo. Se il lavoro è percepito come una mera routine, le persone avranno aspettative molto basse e difficilmente lo considereranno importante.
Ecco allora che la concentrazione cede il passo alla noia, evitabile però seguendo alcuni consigli:
- provando a non identificarci con il lavoro che stiamo facendo
- alzando il livello di difficoltà delle attività
- prestando una maggiore attenzione ai dettagli
- trovando compiti più stimolanti e dal significato più ricco
Paura del cambiamento
Il cambiamento è una costante nel mercato attuale e rappresenta nella maggior parte dei casi un’enorme opportunità di crescita, sia personale che dell’intera organizzazione. Eppure la paura del cambiamento esiste, è diffusa e rischia di minare il benessere aziendale. Si tratta a volte di una paura infondata, che rappresenta tuttavia un serio pericolo per il collaboratore e per l’azienda. Il collaboratore avrà difficoltà a esprimere al meglio il proprio potenziale e l’azienda faticherà ad adeguarsi alle trasformazioni necessarie per rimanere competitivi.
Per questo è fondamentale che siano le stesse imprese a promuovere la cultura del cambiamento, anche grazie alla diffusione di un clima più positivo al loro interno.
Le aziende oggi hanno bisogno di trattenere i propri talenti, per questo è necessario che questi si sentano apprezzati, motivati a fare bene e stimolati nell'espressione del potenziale.
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