In un recente articolo di Luigi Dell’Olio pubblicato su Affari & Finanza de La Repubblica viene esaminata la ricerca di Top Employers effettuata su 79 imprese italiane, nello specifico quelle che sono state premiate per l’attenzione alle persone negli ambienti di lavoro.
Ciò che emerge è l’esigenza prioritaria delle aziende di attrezzarsi per formare le proprie risorse non solo a vincere la paura del cambiamento, ma anche a saperlo gestire al meglio.
Nelle righe seguenti proveremo ad analizzare:
- La paura del cambiamento nel contesto economico attuale
- Il mondo del lavoro dopo l’avvento dei millennial
- Cosa significa change management
- Il nuovo ruolo della Direzione HR
- Focus: il cambiamento individuale
La paura del cambiamento nel contesto economico attuale
Se la crisi economica e la conseguente ripresa hanno lasciato per alcuni anni il concetto di change management in secondo piano, oggi le aziende che dedicano una maggiore attenzione allo sviluppo delle proprio risorse interne affiancano il tema del cambiamento ad altri forse già più diffusi come la gestione dei talenti per allinearli alla strategia del business e la necessità di incrementare la leadership, rispettivamente prima e seconda priorità delle HR indicate dai partecipanti alla ricerca.
Con un mercato in evoluzione continua, le imprese statiche rischiano di perdere terreno e lasciarsi sfuggire le grandi opportunità che si possono presentare.
Per questo non solo la paura del cambiamento è infondata, ma rappresenta anche un enorme ostacolo alla realizzazione sia personale del collaboratore che collettiva dell’azienda.
Secondo i dati raccolti da IDC Research nell'indagine “Azienda del futuro e trasformazione digitale: sfide e opportunità per liberare il talento”, per il 46% degli intervistati (1400 professionisti HR e business manager europei) la resistenza culturale al cambiamento è il principale ostacolo alla trasformazione digitale. Per passare a un modello di business digitali, infatti, sono richiesti cambiamenti dei processi organizzativi e le persone ne hanno timore. Per superare le paure può essere d’aiuto offrire un progetto di formazione aziendale per condividere gli obiettivi, consolidare e sviluppare i talenti.
Il mondo del lavoro dopo l’avvento dei millennial
Generazione Y, millennial, next o net, possiamo definirla come desideriamo, ma la sostanza non cambia, si tratta della generazione caratterizzata dalla dimestichezza con i media e le tecnologie digitali che sono entrati a fare parte delle aziende e probabilmente ne stravolgeranno in futuro i modelli organizzativi.
Secondo il responsabile scientifico dell’Osservatorio Hr Innovation Practice del Politecnico di Milano, il mondo del lavoro sarà completamente diverso da quello a cui siamo abituati; avrà sempre meno vincoli a scrivanie e orari e i percorsi di carriera saranno più fluidi, con una pianificazione per obiettivi e non più basata sulle presenze.
Il cambiamento non riguarda solo lo svolgimento delle attività lavorative, ma anche le figure professionali, ridefinite dalla trasformazione digitale.
Per questo le aziende hanno bisogno di nuovi modelli organizzativi e soprattutto di diffondere la cultura tecnologica e del cambiamento.
Cosa significa change management
Con change management si intende l’insieme dei processi che occorrono all’azienda per analizzare la trasformazione del contesto di mercato e degli strumenti con i quali gestire l’impatto della transizione sulle risorse umane.
Con le rapide trasformazioni del mondo del lavoro, anche i ruoli, i percorsi di carriera, il modo stesso di lavorare stanno cambiando.
Il tema del change management è quindi legato a doppio filo con le esigenze HR di sviluppare talenti e leadership.
Il nuovo ruolo della Direzione HR
Il vice presidente dell’Associazione Italiana per la Direzione del Personale, Andrea Orlandini, sempre ad Affari & Finanza, sottolinea la sempre maggiore importanza che assume chi si occupa delle risorse umane in azienda.
Il direttore HR diventa ambasciatore e agente di cambiamento, dando priorità massima all'allineamento della struttura organizzativa alla strategia di business.
Per diffondere la cultura del cambiamento si possono adottare diverse iniziative, tra le quali
- smart working & lavoro agile
- investimenti in coaching e formazione aziendale
- coinvolgimento dei dipendenti di diversi dipartimenti
Le strategie del reparto HR dovrebbero dunque essere orientate alla ricerca di modi per coinvolgere i dipendenti e aiutarli nella gestione del cambiamento.
Se la priorità oggi riguarda la trasformazione digitale, occorrono nuovi approcci alla gestione, alla formazione e allo sviluppo delle risorse umane, ma anche un miglioramento della comunicazione interna e la capacità di change management da parte di direttori e manager.
Focus: il cambiamento individuale
Nel primo episodio della settima stagione di Grey’s Anatomy la voce fuoricampo di Meredith Grey recita questo monologo:
Quando diciamo cose tipo "Le persone non cambiano", facciamo impazzire gli scienziati. Perché il cambiamento è letteralmente l'unica costante di tutta la scienza. L'energia, la materia, cambiano continuamente, si trasformano, si fondono, crescono, muoiono. […] Come viviamo il cambiamento, questo dipende da noi.
Da un lato, quindi, la natura stessa dell’universo in continua espansione, dall’altro l’uomo, un animale abitudinario che tende a resistere al cambiamento.
Quanto siamo davvero ben disposti a cambiare?
Rispondendo con assoluta onestà, pur consapevoli che l’uscita dalla comfort zone e l’abbandono delle abitudini sono alla base della crescita personale, quanti di noi sono realmente felici da subito de messi di fronte a un cambiamento?
Se pensiamo alla prima reazione che abbiamo tutti quando, ad esempio, la strada che percorriamo ogni giorno per andare al lavoro è bloccata e siamo costretti a seguirne una alternativa, non è certo positiva. Il pensiero non è “bene, oggi imparo un percorso nuovo!”, anzi ci preoccupiamo di fare tardi e non avere idea di dove andare.
Poiché la resistenza al cambiamento riguarda tutti gli esseri umani, è importante allenare la fiducia nelle proprie capacità e la flessibilità della forma mentis.
Per vincere la paura e lo scetticismo rispetto alle capacità di gestire e diffondere le innovazioni, le aziende oggi hanno bisogno innanzitutto di trattenere i propri talenti, evitando di disperdere le competenze già a loro disposizione, ma anzi cercando di orientarle verso la cultura del cambiamento.
Gli investimenti in piani di formazione si rivelano quindi strettamente necessari per incentivare lo sviluppo delle competenze e la diffusione di nuovi processi e metodi lavorativi.
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