Nonostante il pensiero piuttosto diffuso che la pressione motivi i collaboratori a dare il massimo, lavorare meglio e raggiungere risultati più velocemente, le aziende che sottovalutano i costi nascosti dello stress da lavoro correlato rischiano di compromettere notevolmente le loro performance.
Nell'articolo che segue, vedremo quali sono i costi e i rischi, provando a individuare delle soluzioni per ridurlo.
Cos'è lo stress da lavoro correlato?
Lo stress lavoro correlato è una condizione, conseguente alla sensazione di non essere all'altezza di aspettative e richieste, talvolta accompagnata da disturbi fisici, psicologici o sociali.
Gli effetti dello stress a medio e lungo termine possono purtroppo compromettere la salute dei dipendenti di un’azienda, ma anche nell'immediato le conseguenze di un ambiente con un’eccessiva pressione possono essere pericolose.
Eccone alcune:
- incremento dei fenomeni di assenteismo
- minore retention dei collaboratori
- aumento di incidenti e infortuni
- bassa produttività
- mancanza di predisposizione all'innovazione
- resistenza al cambiamento
Ogni situazione citata nell'elenco produce dei costi elevati per l’azienda, oltre alle indennità di malattia, vanno considerati i costi dovuti all'elevato turnover, quelli causati dalle basse performance e dal drastico calo della qualità del lavoro.
La mancanza di idee innovative e la paura del cambiamento si rivelano poi una zavorra per la competitività di un’impresa.
Non solo, perché un clima aziendale negativo e poco stimolante si riflette anche all'esterno, con una minore capacità di attrarre nuovi talenti e un branding sempre meno forte.
Analizziamo nel dettaglio i costi legati allo stress da lavoro correlato
Il primo ambito di preoccupazione è sicuramente quello legato alla salute delle persone.
Secondo gli studi di EU-OSHA, l'agenzia d'informazione dell'Unione Europea nel campo della sicurezza e della salute sul lavoro, la perdita di produttività dovuta allo stress, che comprende anche le assenze per malattia, è quantificata in 136 miliardi di Euro.
Il lavoro in situazione di costante pressione aumenta fino a 5 volte il rischio di incidenti.
Circa un quinto del turnover dei dipendenti è imputabile allo stress sul luogo di lavoro.
L’American Psychological Association sostiene che l’80% delle visite mediche avvenga per ragioni legate allo stress che è spesso la prima causa di malattie cardiovascolari e della sindrome metabolica.
Spostandosi più verso l’ambito organizzativo, la seconda conseguenza da tenere in considerazione nella valutazione del rischio stress da lavoro correlato è la mancanza di coinvolgimento. Se un ambiente sfidante con una cultura aziendale basata sul timore e la paura può, almeno in un primo momento, motivare le persone a dare il meglio, alla lunga l’engagement viene meno. Il coinvolgimento del collaboratore, uno dei principali motori della sua produttività, è infatti strettamente legato all'apprezzamento, alla fiducia, al rispetto e al supporto che l’azienda e il manager sono capaci di dimostrare.
Quali sono i costi dovuti
alla mancanza di engagement?
Secondo gli studi condotti da Gallup Organization, i dipendenti non coinvolti registrano un tasso di assenteismo più alto del 37% e commettono il 60& di errori in più. A livello organizzativo, tutto ciò si traduce in minore produttività e minore fatturato.
La capacità attrattiva delle aziende i cui collaboratori si dicono coinvolti, invece, aumenta esponenzialmente con il 100% in più di risposte alle ricerche di personale.
Il terzo ambito è la capacità dell’azienda di trattenere, fidelizzandoli, i propri talenti. Lo stress nell'ambiente di lavoro porta a un aumento del turnover di quasi il 50% e i costi che ne derivano (selezione, affiancamento e formazione, perdita di competenze ed expertise) sono cospicui. Secondo l’Istituto Great Place to Work, se paragonati alla retribuzione del dipendente da sostituire, i costi di recruiting sono 3 volte maggiori.
Appare piuttosto evidente come riconoscere e prevenire i segnali di stress nel luogo di lavoro diventi prioritario per le aziende, così come costruire un clima e una cultura positivi.
Perché la felicità in azienda è conveniente?
Il successo delle aziende che incoraggiano la felicità si deve al circolo virtuoso innescato dalle emozioni positive e dal benessere organizzativo.
Una cultura fondata sulla fiducia reciproca migliora la collaborazione tra colleghi e tra dipartimenti, espandendo la loro creatività e stimolando la massima espressione del loro potenziale.
La felicità è il primo antidoto allo stress, crea un senso di appartenenza che fidelizza l’organico e attrae i nuovi talenti. In generale, il benessere aziendale incrementa l’efficienza e si concretizza in risultati economici al di sopra delle aspettative, anche grazie a una migliore percezione del brand da parte dei clienti.
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