Cosa è il turnover del personale e perché è importante

Pubblicato da: Salvatore Errante aggiornato il 15 marzo 2023
Salvatore Errante
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turnover del personale

Gestendo un'azienda che coinvolge più di una persona, è inevitabile che si verifichi il turnover del personale. 

Ma cos'è esattamente il turnover? Quanto incide sui costi di un’azienda? E perché è importante tenerlo sotto controllo?

Continua a leggere per trovare le risposte a queste domande e ricevere alcuni consigli per ridurre il turnover e mantenere i collaboratori felici e produttivi

Perché il turnover del personale è un problema per un'azienda?

Secondo il Bureau of Labor Statistics, circa tre milioni di lavoratori statunitensi lasciano il proprio posto di lavoro ogni mese.

Prima di parlare però del motivo per cui il turnover del personale può rappresentare un problema per un’azienda, cerchiamo di definire il fenomeno. 

Il turnover è la perdita di forza lavoro retribuita nel corso del tempo.

Può avvenire per diversi motivi, tra cui:

  • cambio di carriera
  • dimissioni
  • licenziamento 
  • trasferimento
  • pensionamento

 

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In particolare per il cambio di carriera e le dimissioni, il motivo principale che può provocare questi eventi è l’insoddisfazione, che a sua volta può nascere da una scarsa gestione organizzativa, dalla mancanza di opportunità di carriera, di supporto, di formazione o di altre risorse ritenute indispensabili dal collaboratore.

Quando il turnover è legato a una di queste ragioni, può essere il segnale di un problema più ampio all'interno dell'organizzazione: se i collaboratori non si sentono apprezzati o supportati, o se esiste una cultura della negatività e della cattiva gestione, l’azienda si troverà sempre in difficoltà nel trattenere i talenti, faticando a creare collaboratori fedeli e a lungo termine. 

Un altro aspetto importante per cui il turnover del personale può rappresentare un problema per le aziende è quello economico.

Uno studio ha dimostrato che tra il reclutamento, l'assunzione e l'onboarding, ai datori di lavoro costa circa il 20% dello stipendio di una posizione per ricoprirla.

Inoltre, questo costo non tiene conto della perdita di produttività che le aziende devono affrontare quando hanno a che fare con alti tassi di turnover. 

L'interruzione del flusso di lavoro e l'aumento delle responsabilità per gli altri collaboratori quando un dipendente lascia il suo posto possono portare a ritardi nei progetti, al mancato raggiungimento di obiettivi e a scadenze non rispettate. 

Gli alti tassi di turnover però, hanno un impatto che va anche al di là del semplice risultato economico, poiché indicano la presenza di un problema sistemico di cultura aziendale.

In questi casi, il morale della forza lavoro è già basso e, con l'aumento del tasso di turnover, tende a diminuire di pari passo, incidendo di conseguenza su tutti gli altri aspetti della vita lavorativa e non solo.

 

Come ridurre il turnover del personale

L’eccessivo cambio di collaboratori è quindi dannoso per la cultura di un'organizzazione.

 

Ma come è possibile ridurlo?

 

Ecco alcune strategie che i leader di un’azienda possono implementare per ridurre il tasso di turnover, trattenere i talenti e garantire collaboratori felici. 

 

Essere più accurati nelle assunzioni

La gestione del turnover parte già dal processo di recruiting, dove bisogna assicurarsi di assumere le persone giuste.

A tal fine, è necessario definire in modo preciso il ruolo ed essere chiari sulle responsabilità e le aspettative della posizione.

Inoltre, è importante cercare di capire se il candidato è compatibile con la cultura aziendale.

 

Offrire un'esperienza di onboarding adeguata

Le ricerche hanno dimostrato che i collaboratori che sperimentano un processo di onboarding - ossia le prime fasi di formazione e inserimento all’interno di un nuovo posto di lavoro - strutturato, hanno il 58% di probabilità in più di rimanere con un'organizzazione per tre anni o più.

Un onboarding adeguato non solo aumenta il coinvolgimento delle nuove risorse, ma dimostra che l’organizzazione è interessata al loro successo e disposta a fornire gli strumenti e il supporto necessari per eccellere.

 

Offrire compensi e benefit competitivi

Sottopagare e sottostimare i collaboratori è un metodo sicuro e veloce per motivarli a fare una cosa sola: trovare un nuovo lavoro.

Offrire retribuzioni e benefit competitivi quindi è un must se si vuole migliorare il tasso di fidelizzazione.

 

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Riconoscere gli sforzi e dimostrare apprezzamento

Quando il duro lavoro e gli sforzi non vengono riconosciuti o apprezzati, il morale precipita.

Dedicare del tempo a celebrare i successi dei collaboratori e far capire loro che sono apprezzati è fondamentale per ottenere fedeltà. 

 

Offrire opportunità di crescita e sviluppo professionale

Un altro elemento che può incidere in modo significativo sul turnover del personale è la mancanza di percorsi di carriera e di opportunità di sviluppo e crescita.

Se i membri del team non possono immaginare di progredire oltre il loro ruolo attuale, non hanno nulla a cui aspirare e nessuna motivazione reale per lavorare al massimo delle loro potenzialità.

Mostrando un chiaro percorso di carriera e offrendo opportunità di crescita e sviluppo delle competenze, si sentiranno più apprezzati e coinvolti nell'organizzazione.

 

Ascoltare i feedback e promuovere una cultura del lavoro positiva

Se i collaboratori si rivolgono al leader per parlare di ciò che percepiscono come una cultura tossica o di problemi che vedono all'interno dell'organizzazione, è importante dargli ascolto e non lasciare che questi riscontri cadano nel vuoto.

 


 

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Argomenti: benessere organizzativo, cultura aziendale, leadership, turnover del personale