Ogni impresa ha una specifica cultura interna che dovrebbe rappresentarla in modo univoco; le persone danno il proprio contributo, non solo in termini di competenze, ma anche di valori ed esperienze che determinano il modo in cui si rapportano agli altri. Il comportamento organizzativo è l’insieme di queste interazioni e la sua analisi consente la definizione di modelli di lavoro più efficienti e collaborativi.
In che modo? Scopriamolo nel proseguo dell’articolo!
Cos’è il comportamento organizzativo?
Quello del comportamento organizzativo (organizational behavior in inglese) è lo studio dei comportamenti individuali e delle procedure nei contesti aziendali.
Analizzando i comportamenti e gli atteggiamenti individuali, possono essere individuati i punti di forza e quelli deboli all’interno della struttura aziendale, misurandone quindi l’efficienza e la produttività.
Gli ambiti di studio spaziano dalla psicologia all’antropologia, dalle scienze politiche a quelle sociali ed economiche e l’obiettivo comune è la definizione di approcci alla gestione delle Risorse Umane che creino le condizioni per l’espressione del potenziale personale, mettendolo al servizio del successo dell’intera organizzazione.
In quest’ottica, troviamo diversi punti in comune con il concetto di empowerment.
A cosa serve il comportamento organizzativo?
Questo modello aiuta da un lato le persone a orientarsi nella cultura aziendale e, dall'altro lato, i manager a comprendere se questa rappresenti una leva - oppure un impedimento - per la produttività e la fidelizzazione.
A ciascuno di noi sarà capitato di lavorare con persone con cui faticavamo ad andare d’accordo, in contesti dove le aspettative e gli obiettivi non erano definiti oppure in cui i manager non sostenevano la collaborazione interna.
È molto probabile che nelle situazioni appena descritte non fossero presenti né un comportamento né una cultura organizzativa forti, che invece facilitano la creazione di un ambiente di lavoro sano sin dalle fasi di selezione dei nuovi candidati.
Uno degli obiettivi principali dello studio del comportamento organizzativo è la comprensione degli elementi che migliorano la motivazione e la soddisfazione dei collaboratori, sulla base dei quali si possono definire procedure più efficaci.
Dal punto di vista dei leader e delle figure manageriali, la cultura e il comportamento organizzativi aiutano a conoscere i caratteri e le possibili reazioni di fronte a specifiche situazioni, come quelle di cambiamento, e adottare un approccio su misura per supportare ciascun componente del team.
Dal punto di vista delle persone, invece, la cultura e il comportamento organizzativi aiutano a migliorare la consapevolezza di sé, del proprio ruolo e del modo in cui desiderano crescere all’interno dell’azienda.
Su cosa si concentra un assessment
del comportamento organizzativo?
Oltre alla valutazione della mission aziendale, della vision e dei valori, lo studio del comportamento organizzativo deve prevedere l’analisi di una serie di elementi, tra cui:
- il coinvolgimento dei collaboratori
- la produttività
- il rispetto delle scadenze
- l’orientamento al raggiungimento degli obiettivi
- la consapevolezza rispetto alle singole responsabilità
- i livelli di motivazione
- l’impegno nel realizzare la strategia aziendale
Qual è il legame tra comportamento e
empowerment organizzativo?
Attraverso una comunicazione più efficace, le persone possono diventare parte integrante della strategia e sentirsi empowered ad agire per conto della propria azienda. Grazie a questa condizione, migliorano sia i comportamenti individuali, sia quelli organizzativi.
Per concentrarsi sull’empowerment dei collaboratori, può essere utile attivare iniziative per il loro sviluppo professionale, che comprendano l’apprendimento di nuove competenze e il miglioramento dell’efficacia.
È dunque la formazione il trait d'union fra la consapevolezza rispetto ai comportamenti (individuali e organizzativi) e l’empowerment, perché crea le condizioni per la massima espressione del potenziale e la maggiore responsabilizzazione.
Come sviluppare un modello comportamentale efficace?
Come nella definizione delle strategie e dei piani formativi, il primo passaggio essenziale prevede la condivisione degli obiettivi: non solo il leader incaricato di sviluppare il modello comportamentale, ma tutto il gruppo di lavoro deve essere certo di avere compreso i vantaggi che ne deriveranno.
La fase successiva comprende un’analisi dei livelli di fiducia delle persone nei confronti dell’organizzazione, senza la quale i comportamenti individuali potrebbero essere poco produttivi, mancando la giusta motivazione, e poco rispettosi della cultura aziendale che è l’oggetto della terza fase.
La cultura rappresenta i valori di un’organizzazione che devono essere prima condivisi internamente a tutti i livelli e poi trasmessi a clienti, fornitori e partner, attraverso i comportamenti. I valori comprendono le procedure e le regole, ma anche la somma delle esperienze.
Grazie a un’efficace comunicazione interna della cultura d’impresa, ogni collaboratore che la fa propria è in grado di lavorare in modo coerente ai valori.
A questo punto, senza puntare il dito, ma piuttosto incoraggiando i comportamenti virtuosi ed evidenziandone i vantaggi per la produttività e la soddisfazione, il manager può aiutare le singole persone a essere più consapevoli delle proprie aree di miglioramento.
Il rispetto dei modelli comportamentali e della coerenza rispetto alla cultura può essere incentivato dai percorsi di crescita, come anche da premi o benefit.
Il lavoro prosegue con un’analisi periodica dei risultati che seguono la definizione dei nuovi comportamenti organizzativi, il monitoraggio della loro efficacia e la valutazione di eventuali esigenze in termini di formazione o aggiornamento del modello.
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