Perché quando si introduce l’argomento formazione nelle aziende raramente se ne parla con fiducia e soddisfazione? Il motivo è da ricercare nelle aspettative non soddisfatte e nella maggior parte dei casi anche quando si ottengono i risultati desiderati questi non durano a lungo. Dopo poche settimane dal termine, infatti, può succedere che tutto torni alla normalità, alle vecchie abitudini non sempre efficaci.
Questo articolo si propone come una piccola guida con alcuni errori da evitare quando ci si appresta a progettare dei corsi di formazione aziendale.
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Perché non siamo soddisfatti dei corsi di formazione aziendale?
Se i corsi svolti dai collaboratori non soddisfano le attese dei manager o degli stessi partecipanti, è chiaro che esiste un problema.
È possibile che un corso di formazione aziendale non soddisfi le aspettative se non è adeguatamente personalizzato, se manca di contenuti e formatori di qualità, se è mal organizzato o se non viene seguito da un supporto adeguato.
Affrontare questi aspetti critici può contribuire a migliorare l'esperienza di formazione e massimizzare il valore che essa può apportare all'organizzazione e ai partecipanti.
La prima causa dell’insoddisfazione spesso dichiarata in azienda è da ricercare nelle nuove competenze apprese, ma poi abbandonate e quindi nel poco apporto al miglioramento delle abitudini lavorative quotidiane e all'incremento della produttività.
Un altro elemento cruciale è la qualità del contenuto e dei formatori.
Se il materiale didattico è obsoleto, poco approfondito o poco pertinente, i partecipanti potrebbero percepire il corso come poco utile e poco interessante. Allo stesso modo, se i formatori non sono adeguatamente preparati o mancano di competenze comunicative, la trasmissione delle informazioni può risultare confusa o poco coinvolgente.
La durata e l'organizzazione del corso possono essere altri fattori critici.
Un programma troppo lungo o troppo compresso può avere un impatto negativo sull'apprendimento e sulla retention delle informazioni. Inoltre, l'assenza di momenti interattivi, esercitazioni pratiche o spazi per il confronto tra partecipanti può contribuire alla percezione di un corso noioso e poco coinvolgente.
La chiave per corsi di formazione aziendale efficaci è la personalizzazione.
La mancanza di adattamento ai bisogni specifici dell'azienda e dei partecipanti può portare a un'insoddisfazione generale. Se il corso non affronta le sfide e le necessità specifiche dell'organizzazione, i partecipanti potrebbero sentirsi demotivati e poco coinvolti nel processo di apprendimento.
Vediamo quindi gli errori da evitare fin dalle prime fasi di progettazione del piano formativo.
Corsi di formazione aziendale: gli errori da evitare
Definizione degli obiettivi
Qualsiasi progetto in azienda dovrebbe partire dalla individuazione dei traguardi che si desidera raggiungere e dalla definizione delle metriche per monitorare i risultati nel breve, medio e lungo termine.
Quando un manager decide di pianificare delle giornate di training aziendale per il proprio gruppo di lavoro, tipicamente vuole migliorarne le performance, la gestione del lavoro e incrementarne i risultati di business (più clienti, più fatturato). Questi, però, sono obiettivi molto ambiziosi e difficilmente raggiungibili nell'immediato. Occorre partire dalla consapevolezza che le competenze dei collaboratori vadano costantemente ampliate ed aggiornate, un punto di partenza per nulla scontato che implica una leadership illuminata, capace di stimolare l’apprendimento continuo e l’empowerment dell’intera organizzazione.
L’errore da evitare risiede dunque nella valutazione degli obiettivi realmente raggiungibili con la formazione. Anziché aspettarsi un ritorno immediato degli investimenti, bisognerebbe avere la pazienza di vedere consapevolezza, scelta e fiducia nel cambiamento.
Ciò non toglie che gli obiettivi dei corsi vadano assolutamente definiti, con il formatore che supporta l’azienda nell'individuazione di traguardi il più possibile specifici e misurabili, in modo da condividere sia il punto di partenza che quello di arrivo.
Paura del cambiamento
Nelle righe precedenti abbiamo introdotto il tema della fiducia nel cambiamento, la cui mancanza è spesso causa di insoddisfazione nei confronti dei corsi di formazione aziendale.
Se i partecipanti (e i manager che li dirigono) non hanno fiducia sufficiente nelle proprie capacità e nella reale efficacia del training che stanno per affrontare, difficilmente questo potrà avere un effetto nei comportamenti lavorativi quotidiani. Se non c’è volontà e disponibilità a modificare le abitudini, infatti, per rigidità caratteriale, scetticismo o timore di fallire, non si possono trovare le giuste motivazioni e il corso vene percepito come un obbligo e una perdita di tempo.
Tuttavia, il cambiamento è una costante nei contesti aziendali attuali e per superare la paura è fondamentale continuare a realizzare investimenti formativi soprattutto per stimolare, aprire a nuove prospettive, aumentare la responsabilità e la fiducia nelle proprie competenze e nelle decisioni. Nessuna azienda oggi, e non parliamo solo di quelle che operano in ambito tecnologico, può permettersi di rimanere ancorata a modelli consolidati, per essere sempre pronta a nuove sfide deve trasformare la propria mentalità in una mentalità di crescita.
Mantenimento dei risultati
Accade molto frequentemente, anche quando i corsi di formazione aziendale sono stati davvero interessanti, stimolanti e utili per i partecipanti, che risulti poi difficoltoso trasferire nell'operatività quotidiana quanto si è appreso.
A differenza della formazione tecnica, dove il formatore deve insegnare delle nozioni, in quella comportamentale è indispensabile che il partecipante sia coinvolto direttamente, dapprima diventando consapevole di ciò che fa normalmente, poi individuando le aree di miglioramento e le criticità e infine scegliendo di allenare delle nuove abitudini più efficaci.
La presenza dei colleghi, magari appartenenti allo stesso dipartimento, può rivelarsi strategica nel mantenimento dei risultati del training grazie all'attivazione della pratica di peer to peer coaching, spesso molto più efficace perché ci si confronta con una persona che ha delle difficoltà magari diverse ma relative alla medesima quotidianità lavorativa. Proprio come nell'allenamento sportivo, il supporto reciproco aiuta a non ricadere nelle vecchie abitudini e vincere la pigrizia.
Ovviamente il metodo del formatore è efficace nella misura in cui riesce a chiarire ai partecipanti come tradurre nel concreto le esperienze vissute nel training. Non va affatto trascurata la componente ludica del progetto formativo, efficace per la sua capacità di semplificare situazioni reali e di sviluppare un'intelligenza sia relazionale che emotiva nel partecipante.
Per ottenere non solo risultati, ma anche soddisfazione dai progetti di training aziendale e quindi continuare a diffondere nell'organizzazione un clima di fiducia, occorre che l’attenzione sia costante da parte di tutti gli attori in gioco: il formatore, un partner capace di ascoltare i bisogni dell’azienda e realizzare un percorso coerente; i partecipanti e la loro fiducia nelle proprie competenze e nel cambiamento; i manager che supportano la crescita, comunicano aspettative e condividono i risultati, continuando a credere nelle potenzialità della formazione per avere un team di lavoro produttivo, motivato e soddisfatto.
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