Come sarà la formazione aziendale nel new normal?

Pubblicato da: Salvatore Errante aggiornato il 28 ottobre 2021
Salvatore Errante
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formazione aziendaleL’impatto della pandemia è stato evidente in pressoché tutti gli ambiti organizzativi: dall’impossibilità (per molti) di condividere ogni giorno gli spazi di lavoro alle riunioni in videoconferenza; dalla necessità di gestire i collaboaratori da remoto fino allo spostamento online della formazione aziendale, quando non cancellata del tutto dai calendari.

Il new normal è la realtà lavorativa che tutti stiamo vivendo e allo stesso tempo contribuendo a definire, che si è creata proprio in risposta all’emergenza sanitaria. Scopriamo insieme come saranno i programmi di training nel prossimo futuro!

Come sta cambiando la formazione aziendale

Dopo i periodi di lockdown in cui l’avvio di molti progetti di training è stato fermato o, nel migliore dei casi, le società di formazione sono state in grado di fornire il proprio supporto all’apprendimento tramite sessioni online, il new normal ha portato con sé una doppia necessità.

Da un lato, le modalità di lavoro che si sono consolidate in smart working – la gestione dei progetti in cloud, il monitoraggio da remoto del raggiungimento degli obiettivi e una maggiore flessibilità in termini di luoghi e orari – sembrerebbero destinate a consolidarsi. Sono diversi i collaboratori che hanno tratto giovamento dal remote working e lo considerano una leva efficace per ristabilire un equilibrio tra vita privata e professionale. Il futuro prevederebbe quindi un nuovo ambiente ibrido, caratterizzato da un’alternanza di lavoro in presenza e da remoto.

Dall’altro lato, queste nuove procedure richiedono un aggiornamento delle competenze sia tecniche che comportamentali, per consentirci di esprimere una concreta efficacia.

 

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La formazione aziendale online è efficace?

 

Abbiamo accennato alla possibilità offerta da alcune società di training di prevedere sessioni formative online.

formazione aziendale

Per diverse organizzazioni, si è trattato in realtà di una situazione ideale - almeno dal punto di vista formativo - perché la pianificazione delle giornate dedicate al training incontra spesso molti ostacoli logistici. Ad esempio, nel caso della forza vendita, dobbiamo prevedere spostamenti, impegni con i clienti, ricerca di aule che devono potere accogliere intere squadre di agenti e commerciali.

La complessa situazione della pandemia ha permesso di superare queste limitazioni e portato con sé un altro piccolo vantaggio. Se infatti non è consigliabile chiedere ai partecipanti ai corsi di formazione di restare con lo sguardo fisso sullo schermo per periodi troppo prolungati, quando il progetto viene strutturato in pillole, queste costituiscono un percorso molto efficace nel guidare l’apprendimento e lo sviluppo di nuove competenze.

La previsione di ricorrenze di follow-up è infatti uno degli strumenti che incrementano l’efficacia dell’apprendimento e il mantenimento dei risultati nel tempo. Le pillole formative concedono ai partecipanti il tempo necessario per metabolizzare i contenuti della sessione di training, sperimentarli nei giorni immediatamente successivi e condividere i loro commenti nella successiva.

 

Quali sono le priorità della formazione aziendale oggi?

 

Secondo il LinkedIn Learning Workplace Learning Report - nel quale sono state prese in esame le risposte di oltre duemila persone tra professionisti in ambito Formazione & Sviluppo HR e partecipanti ai corsi aziendali - le priorità attuali sono tre:

  1. upskilling & reskilling per il 59%
  2. leadership e management per il 53%
  3. virtual onboarding per il 33%

La priorità numero uno per la maggior parte degli intervistati comprende l’upgrade e la riqualifica delle competenze; non a caso, quella di sapere imparare è una delle più ricercate oggi all’interno delle organizzazioni.

Lo sviluppo della leadership occupa la seconda posizione (con un distacco di soli 6 punti percentuali) nelle priorità, perché il ruolo dei manager nel coinvolgimento dei collaboratori è centrale. Inoltre, il new normal richiede modalità specifiche per guidare i gruppi di lavoro, incentrate meno sul controllo diretto e più sulla fiducia e la responsabilizzazione delle persone.

In tutti e tre i casi, si parla dunque di competenze soft, la più tecnica è forse quella che riguarda l’onboarding digitale dei nuovi collaboratori, che però racchiude in sé anche lo sviluppo e l’apprendimento di modalità efficaci di gestione e comunicazione da remoto.

 


 

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Argomenti: formazione aziendale, training aziendale, formazione comportamentale, smart working

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