Il ruolo del manager è stato identificato, per quasi un secolo, con le funzioni di base teorizzate da Henri Fayol nella prima metà del 1900. All'interno dei suoi 14 principi del management, le 5 attività principali sono:
- pianificazione
- organizzazione
- staffing
- direzione
- controllo
L’efficacia di questi metodi, tuttavia, è limitata a un contesto aziendale e di mercato stabile in cui vi siano degli obiettivi da raggiungere in modo sistematico. Ma nell'epoca della digital transformation e della flessibilità, occorre fare evolvere anche le figure manageriali. Ecco come fare, con 5 consigli orientati all'efficacia.
Quale futuro per il ruolo del manager?
Nel contesto della digital transformation, la capacità di attrarre e trattenere i migliori talenti è alla base del successo di un’azienda. Non parliamo esclusivamente di giovani, ma di personalità aperte all'innovazione, creative e disponibili ad accettare le sfide e i cambiamenti.
In quest’ottica, anche il ruolo del manager ha bisogno di un cambio di paradigma, perché il controllo direttivo sui collaboratori non è più un’attività efficiente, soprattutto con l’introduzione di modalità di lavoro agili che, più che su giornate e orari, si organizzano sul completamento di task per il raggiungimento degli obiettivi.
Nel video seguente, l’esperta di leadership Elizabeth Lyle indica un nuovo approccio, soprattutto per i manager che stanno seguendo un percorso di sviluppo professionale e si preparano a diventare i leader del futuro.
Le aziende hanno bisogno che i loro futuri leader siano in grado di guidare i loro collaboratori in modo più flessibile e con una maggiore fiducia. Ma cosa devono fare i manager per raggiungere una consapevolezza rispetto al ruolo e, soprattutto, sviluppare l’efficacia?
Vediamo ora i suggerimenti per rendere i 5 principi di Fayol, di cui abbiamo parlato nella prima parte di questo articolo, attuali ed efficaci anche nel mondo del business contemporaneo.
1° passaggio: dalla direzione alla formazione dei collaboratori
In molte aziende l’intelligenza artificiale è una realtà consolidata: ai robot sono affidati compiti di precisione nel settore automotive, per citarne uno, così come i chatbot stanno supportando la gestione dei messaggi ai servizi clienti, di fatto garantendo una risposta in tempo reale ogni giorno, 24 ore su 24.
Il ruolo del manager è proprio quello di ripensare le funzioni che sono state sostituite dalle tecnologie e definire l’impatto che l’intelligenza artificiale deve avere sull'azienda.
Secondo il co-founder di Alibaba Group, Jack Ma, sarà la disponibilità all'apprendimento, più che le specifiche competenze, a fare la differenza nel mercato del futuro. Un’evoluzione del kwow-how, insomma, che assume un valore ancora maggiore se orientato alla formazione continua, alla sperimentazione e allo sviluppo di nuove pratiche.
2° passaggio: dalla limitazione all'espansione delle deleghe
Le strutture aziendali costituite da un manager che delega alcune delle sue responsabilità solo ai suoi diretti riporti sono ancora molto diffuse. Tuttavia, questa cultura limita lo sviluppo delle capacità decisionali e del pensiero creativo, elementi fondamentali di un’organizzazione empowered.
Per essere competitivi, oggi e in futuro, è necessario che tutti i collaboratori siano incoraggiati a esprimere il proprio potenziale, consapevoli della fiducia riposta in loro.
3° passaggio: dall'esclusione all'inclusione delle risorse
È piuttosto naturale per un manager pensare di non avere bisogno di consigli e di aiuto da parte dei propri collaboratori. Le decisioni strategiche restano confinate alla scrivania e non lasciano quasi mai gli uffici della Direzione.
Eppure, nella gestione di progetti di cambiamento, la condivisione di nuove esperienze in piccoli gruppi, così come l’organizzazione dei colloqui di feedback, aiutano ad ampliare il punto di vista del singolo leader e a trovare soluzioni o idee innovative, semplicemente analizzando la situazione da una prospettiva diversa.
La nuova frontiera del management aziendale è fatta di scambi di idee e condivisione, integrando le esperienze più diverse delle persone nella creazione del futuro del business.
4° passaggio: dalla ripetizione all'innovazione di metodi e strumenti
Le procedure, i sistemi e gli strumenti di organizzazione del lavoro sono creati per essere seguiti pedissequamente; è per questa ragione che i manager cercano di incoraggiare il rispetto delle regole e ottenere così le migliori performance. C’è però un limite, ovvero il rischio di non pensare fuori dagli schemi e di non vedere la soluzione alternativa che potrebbe migliorare ulteriormente l’efficienza.
La mentalità dei manager del futuro, orientata all'innovazione, deve andare oltre la gestione delle situazioni critiche e delle sfide, tendendo sempre a ricercare un miglioramento. Paradossalmente, è più naturale aprirsi al cambiamento quando l’azienda non va come dovrebbe, mentre quando le cose vanno bene ci si ferma. Ed è invece nella cultura dell’innovazione continua che si trova la strada per il successo nel mercato del futuro.
5° passaggio: dalla soluzione dei problemi alla creazione di sfide
Dalla figura del manager problem-solver, che gestisce le situazioni di emergenza, le crisi e i cambiamenti, occorre adottare un modello operativo che ricerchi il modo migliore per gestire l’azienda e le sue persone. Oltre a superare le sfide, il leader dovrebbe anche essere in grado di crearle, diffondendo quella mentalità curiosa e innovativa sempre pronta alle trasformazioni.
Il ripensamento della figura del manager è necessario a supportare le aziende che si vogliono strutturare per essere il più possibile flessibili e adattarsi così ai continui mutamenti.
I leader che amano imparare diventano a loro volta coach e formano i manager del futuro, incoraggiano le innovazioni e la creazione di un clima in cui lavorare possa diventare un vero piacere.
Sarà proprio la volontà di apprendimento a determinare il successo delle aziende e il ruolo più cruciale viene assunto dai manager, essenziali nel processo di empowerment organizzativo.
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