I 10 sintomi dell'intelligenza emotiva nei manager

Pubblicato da: Domenico Malara aggiornato il 23 marzo 2023
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intelligenza emotiva

Da quando lo psicologo e collaboratore scientifico del "New York Times" Daniel Goleman ha pubblicato il suo libro Emotional Intelligence nel 1995, il concetto di intelligenza emotiva ha iniziato a diffondersi anche in ambiti diversi.

L’abilità di comprendere e gestire le emozioni è alla base del successo dei manager, perché incide sulla loro capacità di guidare i team di lavoro. Abbiamo individuato i comportamenti efficaci dei leader che dimostrano di possedere questa qualità: eccoli nell'articolo che segue. 

L’importanza dell’intelligenza emotiva

Al pari delle capacità intellettuali, quelle emotive sono fondamentali. Secondo le ricerche eseguite nell'ambito della neuroscienza, le emozioni vanno prese molto seriamente, perché se si cerca di aumentare la consapevolezza di sé, di controllare i sentimenti negativi, di mantenere l’ottimismo, si può raggiungere il benessere.

 

Concretamente, come si manifesta

l’intelligenza emotiva?

 

Il segnale più evidente è l’abilità di riconoscere non solo le emozioni, ma anche il loro impatto sulla propria persona e sugli altri.

Si tratta di una consapevolezza di se stessi e sociale, allo stesso tempo, che inizia da una riflessione a proposito di:

  • Punti di forza e punti deboli emozionali
  • L’impatto dell’umore e delle emozioni sui pensieri e la capacità decisionale
  • Il modo in cui un determinato atteggiamento influenza le azioni altrui

 

 

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Ecco altri 10 sintomi dell’intelligenza emotiva.

1. Fare una pausa e riflettere prima di reagire

Prendersi un momento e riflettere prima di fare o dire qualcosa è molto semplice a dirsi, ma certamente più complesso nella pratica quotidiana. Eppure, un piccolo stop può salvare da situazioni spiacevoli o da promesse che il manager non potrebbe mantenere. Fare una pausa significa aspettare prima di prendere una decisione basata su un’emozione temporanea. 

Anche senza avere il pieno controllo delle emozioni in un momento specifico, è possibile controllare la reazione a quelle emozioni, concentrandosi e facendo prevalere la parte razionale del cervello. In questo modo, anziché essere in preda all'emotività, si è in grado di vivere in armonia, creando un equilibrio tra gli obiettivi da raggiungere e i propri valori.

2. Imparare dalle critiche costruttive 

Forse è superfluo ribadirlo, ma a nessuno piacciono le critiche, tuttavia ricevere un feedback negativo può diventare un’opportunità di crescita, a prescindere dal modo in cui viene espresso. Una persona dotata di intelligenza emotive analizza la critica e anche quando è infondata si pone delle domande sul modo di pensare dell’interlocutore, si ferma a pensare e cerca una possibilità di migliorare, in ogni caso.

3. Dimostrare empatia

Essere empatici significa comprendere i pensieri e le sensazioni delle altre persone, nel caso del manager le altre persone sono i colleghi e il team di lavoro che gestiscono. L’empatia aiuta a creare una relazione, a non giudicare o etichettare gli altri, bensì a mettersi nei loro panni e osservare le cose da un punto di vista diverso dal proprio.

Essere empatici non significa necessariamente dovere condividere un’opinione, piuttosto sforzarsi di comprenderla perché è così che si rafforzano le relazioni.

4. Elogiare i collaboratori

Il desiderio di sentirsi apprezzati è umano, il tuo team di lavoro non è da meno. Quando il leader si congratula con un suo collaboratore, non si limita a soddisfare un bisogno naturale, ma alimenta una relazione basata sulla fiducia.

Apprezzando il lavoro di una persona e quindi concentrandosi sugli aspetti positivi, inoltre, il manager contribuisce a diffondere un clima sereno dove ognuno sente di potere dare il proprio contributo, ispirato dal carisma, sicuro delle proprie capacità e libero da condizionamenti.

Al contrario, quando il feedback è negativo, occorre fare il possibile per non ferire e quindi provare a offrire una critica che sia costruttiva, per aiutare a migliorare e non limitarsi a rimproverare.

5. Sapere chiedere scusa

Chiedere scusa è un’azione che richiede molta forza e una dimostrazione di umiltà che avvicina in modo naturale le persone.

Un manager dotato di intelligenza emotiva sa perfettamente che scusarsi non equivale ad avere torto. Si tratta, però, di un segnale molto importante che il rapporto con il collega vale molto più del proprio orgoglio.

6. Mantenere le promesse

Quando ci si impegna a mantenere le promesse, facendone una sana abitudine, la nostra reputazione migliora e diventiamo affidabili e degni di fiducia. Allenare la capacità di essere fedeli alla parola data significa anche non fare promesse che non si possono mantenere e ciò vale per le promozioni, gli aumenti di stipendio, ma anche per un pranzo fuori o per una scadenza da rispettare.

7. Non provare rancore

Il risentimento è un’emozione che non permette di andare avanti con i progetti e con la propria vita in generale. La capacità di perdonare e dimenticare il “torto” subito, invece, fa uscire dalla trappola dell’emotività.

8. Essere sempre disponibili ad aiutare

La disponibilità ad aiutare è una delle caratteristiche capaci di incidere in modo positivo sulle emozioni degli altri. Prendersi del tempo per ascoltare, comprendere il problema e dare una mano a risolverlo è un segnale di vicinanza, presenza ed empatia che alimenta la fiducia e ispira tutto il team a fare lo stesso, migliorando decisamente la collaborazione.

9. Essere onesti con se stessi e con gli altri

Attenzione, innanzitutto, a non confondere l’onestà con la tendenza a dire tutto ciò che ci passa per la testa, a chiunque, in ogni momento. Essere autentici significa più che altro credere davvero in ciò che si dice ed essere coerenti con i propri valori e la propria cultura.

Anche se l’opinione è impopolare, se è importante condividerla, non ha senso avere paura di esprimerla, insomma.

10. Difendere le proprie emozioni

Esiste un rovescio della medaglia anche quando parliamo di intelligenza emotiva, perché chi è in grado di riconoscere e gestire le emozioni, potenzialmente ha anche la capacità di manipolarle a suo vantaggio. Per questa ragione, le emozioni vanno protette, l’intelligenza allenata e affinata.

 


 

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