Turnover dipendenti: il fenomeno #quittok

Pubblicato da: Salvatore Errante aggiornato il 11 maggio 2023
Salvatore Errante
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Non è una novità che i social media siano ormai parte integrante della quotidianità, in particolare quando si tratta di quella dei giovani.

La condivisione di ogni momento è all’ordine del giorno, arrivando a coinvolgere anche l’ambito lavorativo.

Nell’articolo di oggi parliamo del fenomeno #quittok e di come questo stia influenzando il turnover dipendenti di molte aziende.

Continua a leggere per saperne di più.

Turnover dipendenti: un fenomeno social

Nel panorama moderno, il social più popolato e chiacchierato del web è sicuramente TikTok: pane quotidiano dei giovanissimi che però a volte lascia un po’ più scettiche le persone adulte.

 

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Su questa piattaforma c’è spazio per tutti, e proprio grazie alla varietà di contenuti pubblicati e alle diverse nicchie createsi al suo interno, anche i Millennials hanno trovato uno spazio tutto per loro, sia per condividere contenuti dal tono nostalgico verso gli anni d’oro della musica pop, che per trattare argomenti più delicati come quelli lavorativi.

Non è inusuale infatti, imbattersi in utenti che creano e condividono video in cui raccontano con toni scherzosi il loro tradizionale corporate job 9-5 e alcune sue caratteristiche dinamiche, fino ad arrivare a contenuti di vera e propria denuncia di ambienti di lavoro tossici.

Come ormai è noto, la pandemia ha stravolto il modo di percepire il lavoro di molte persone, spostando il focus su felicità e salute mentale piuttosto che su grandi stipendi e scalate di carriera.

 

È proprio in questo contesto che si inserisce il fenomeno #quittok.

 

Un primo embrione nasce nel 2020 quando Marisa Jo Mayes ha condiviso sul web un video in cui si licenziava a causa di un forte burnout.
In seguito, nel 2021, un'importante catena di fast food britannica ha subito una serie di licenziamenti di massa che hanno contribuito a rendere virale il trend.
Oggi, a riportare in voga la questione è stata Christina Zumbo, una ragazza australiana che ha ripreso l'invio delle proprie dimissioni e le sue reazioni durante il processo.

 

@christinainbloom WHY IS THIS SO HARD? It's okay to leave things that don't make you happy, in fact - you are probably going to be better off than staying in that comfort bubble that you aren't growing in. As an anxious people pleaser, I've never been able to see it that way. But today, I chose to put myself first. No more quiet quitting over here… it's my life and I want to be the main character instead of watching it play out from afar without a say. #resignation #villianera #quitwithme #quitmyjob #loudquitting #quietquitting #nervous #emotional #storytime #peoplepleaser #anxiety ♬ original sound - Christina Zumbo 🍋

 

L'hashtag #quittok ormai conta più di 40 milioni di visualizzazioni e raccoglie video provenienti da tutto il mondo in cui le persone, per la maggior parte Millennials, danno le dimissioni in diretta, sia che si tratti di riprendere una call su zoom, di premere “invia” su una mail o di consegnare una lettera di dimissioni al proprio capo.

Il tutto viene in genere fatto nel rispetto della privacy dell’azienda, perché il vero messaggio di questa campagna va oltre le semplici dimissioni.

Il vero obiettivo di questo fenomeno riguarda proprio quel cambio di prospettiva al quale accennavamo in precedenza.

Le persone oggi non sono più disposte a tollerare ambienti di lavoro tossici e a scendere a patti con l’infelicità che deriva dal lavorare in tali contesti.

Questi video infatti sono una chiara denuncia alla tossicità lavorativa e al burnout, in favore della promozione di valori come la felicità, la salute mentale e ambienti di lavoro positivi.

Una delle frasi che si sente pronunciare più spesso dai protagonisti dei video infatti è

 

“avevo un buono stipendio ma non ero felice”.

 

Come evitare il turnover dipendenti

Un alto numero di dimissioni si traduce in un elevato tasso di turnover dipendenti, un chiaro segno che qualcosa all’interno dell’organizzazione non sta funzionando.

Per le aziende oggi, per evitare che questi valori salgano ed essere sicure di riuscire a trattenere i talenti in azienda, è molto importante concentrarsi sul clima organizzativo, che dovrebbe essere orientato al benessere.

 

turnover dipendenti

 

Garantire un posto di lavoro sereno e una serie di benefit correlati - orario flessibile, disponibilità al lavoro da remoto, bonus welfare - sono solo alcuni dei modi in cui si può incentivare la talent retention.

Anche la formazione continua gioca un ruolo molto importante in questo senso: fornire ai propri collaboratori la possibilità di formarsi in modo costante è considerato un importante valore aggiunto nella vita in azienda e trasmette l’importanza che i manager danno all’acquisizione di nuove competenze.

La capacità di ascolto e l’accoglienza di feedback per la creazione di momenti di confronto stimolanti ed efficaci sono altri elementi che contribuiscono a far restare nell'organizzazione i collaboratori.

Sapere di trovarsi in un safe space nel quale esprimere le proprie opinioni - e volendo anche critiche costruttive - senza ripercussioni permette alle persone di sentirsi più a proprio agio nel contesto lavorativo, evitando ansie e stress.

 


 

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Argomenti: benessere organizzativo, retention dei talenti, turnover del personale