Il nuovo ruolo della employee experience nelle organizzazioni

Pubblicato da: Salvatore Errante aggiornato il 5 maggio 2022
Salvatore Errante
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Il nuovo ruolo della employee experience nelle organizzazioni - BlogSempre più organizzazioni stanno ripensando le proprie strategie HR con l’obiettivo di diventare luoghi nei quali le persone desiderino davvero lavorare. La generazione “Millennial” ricopre un ruolo chiave nella sempre maggiore centralità della employee experience che, se valorizzata, è in grado di contrastare il fenomeno delle Grandi Dimissioni – di cui è protagonista proprio quella fascia di popolazione.

Cosa viene ricercato in un posto di lavoro? Come ottimizzare l’esperienza e trattenere i migliori talenti, facendoli crescere insieme all’azienda? Scopriamo queste e altre risposte nell’articolo di oggi!

Cosa intendiamo con employee experience?

L'esperienza del dipendente si riferisce al percorso di ciascun collaboratore all’interno di un’organizzazione, fin dal primo contatto che dà inizio al processo di selezione. La employee experience riassume tutte le scoperte e gli incontri fatti in ambito professionale e ha un impatto piuttosto deciso sui livelli di motivazione, produttività e benessere.

Assicurarsi che le proprie persone vivano un’esperienza piacevole rientra tra le responsabilità di un’organizzazione, perché le aspettative delle nuove generazioni sono cambiate e nel lavoro viene ricercato uno scopo, un significato che vada oltre la soddisfazione di un bisogno economico.

 

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Quali sono gli elementi che determinano

una buona employee experience?

 

Sono soprattutto la cultura aziendale e l’ambiente di lavoro – inteso sia come luogo fisico sia come tecnologia che rende possibile l’everywhere workspace, cioè la facoltà di lavorare ovunque e in ogni momento, senza vincoli orari – a determinare la soddisfazione delle persone rispetto alla propria posizione lavorativa.

È vero che la motivazione principale che porta ognuno di noi a lavorare resterà sempre la necessità di guadagnarsi da vivere; tuttavia, ciò non significa che non possiamo essere felici di farlo, sentendoci valorizzati e sviluppando le nostre competenze.

I vantaggi di un’esperienza coinvolgente

La valorizzazione dell’esperienza dei collaboratori apre a numerose opportunità per le aziende; la soddisfazione delle persone è infatti legata a filo doppio all'incremento della produttività e dei profitti, grazie al miglior posizionamento nel mercato.

L’engagement dei collaboratori è una delle leve per la produttività: quando sono coinvolti e motivati, infatti, diminuiscono il tasso di assenteismo, il turnover e i livelli di stress.

Happy businesswoman working on her laptop in the office-1L’impatto sul successo lavorativo di felicità e soddisfazione è maggiore persino a quello delle competenze e del quoziente intellettivo, perché una mente felice è più creativa e aperta a cogliere le migliori opportunità. Lo sostengono gli studi di Shawn Achor eseguiti presso la facoltà di Psicologia della Università di Harvard.

 

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Poiché la employee experience riguarda ogni ambito organizzativo, i collaboratori più felici tenderanno ad avere anche clienti più soddisfatti e fedeli, generando un vero e proprio circolo virtuoso che esce dai confini aziendali e coinvolge gli interlocutori esterni: oltre ai clienti, anche fornitori, partner e investitori.

Il contrasto alle Grandi Dimissioni

Infine, riprendiamo il tema delle Grandi Dimissioni a cui abbiamo fatto cenno nella premessa di questo articolo.

In tempi caratterizzati da incertezza e difficoltà come quelli vissuti a causa della pandemia da COVID-19, l’attenzione all’esperienza dei collaboratori ha avuto un’importanza ancora più strategica. Non parliamo solo della garanzia di continuità assicurata in una situazione inattesa, grazie all’adattamento a nuove modalità di lavoro e collaborazione da remoto, ma anche della prevenzione del fenomeno delle Grandi Dimissioni che ha avuto luogo proprio come conseguenza diretta dell’emergenza.

Le persone appartenenti alle generazioni più giovani hanno iniziato ad avere dubbi circa la capacità delle aziende per cui lavoravano di andare incontro alle loro nuove esigenze in termini di flessibilità, work-life balance, benessere e soddisfazione personale.

 

Come migliorare la employee experience?

 

Come abbiamo visto, l’esperienza dei dipendenti ha inizio con i primi contatti in fase di recruiting. Il primo passo per ottimizzarla riguarda quindi la revisione del processo di selezione dei nuovi candidati, assicurandosi che la risposta a un job posting sia semplice e priva di ostacoli.

Il primo incontro conoscitivo può avvalersi della tecnologia, per valutare più persone in minor tempo e offrire le medesime opportunità anche a chi non ha la possibilità di raggiungere la sede aziendale in tempi brevi.

Una volta scelta la persona da inserire, è fondamentale non sottovalutare il suo onboarding. La fase di inserimento ha un impatto decisivo sulla percezione dei neoassunti; quello di onboarding è un processo che dovrebbe durare circa un anno ed è anche il periodo più delicato per la fidelizzazione e la retention.

Non sono rari i casi in cui una persona neoassunta cambia idea dopo la firma del contratto, né quelli in cui il posto di lavoro viene lasciato dopo appena pochi mesi, perché l’opinione sull’organizzazione è cambiata in modo drastico già nei primissimi giorni.

I programmi di onboarding più efficaci prevedono, ad esempio, l’affiancamento a figure senior che possano supportare l’inserimento delle nuove persone in azienda e guidarle nel percorso di crescita professionale.

La prospettiva di acquisire o consolidare nuove competenze attraverso piani di formazione continua è un altro degli aspetti chiave dell’esperienza, in grado di trattenere i migliori talenti, fidelizzandoli e aumentando la loro soddisfazione.

 


 

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Argomenti: benessere organizzativo, empowerment organizzativo