6 elementi fondamentali per superare la resistenza al cambiamento

Pubblicato da: Domenico Malara aggiornato il 23 marzo 2023
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resistenza al cambiamento

Nel contesto politico-economico attuale, se esiste una costante, questa è l’incertezza. E nell'incertezza solo chi è in grado di innovarsi e abbracciare i cambiamenti del mercato può essere annoverato tra i leader del proprio settore. Gli altri rischiano di vedersi superare da competitor più agili e pronti ad adeguarsi.

In questa sfida darwiniana alla sopravvivenza, non sono i più forti a vincere, dunque, ma coloro che più facilmente si adattano ai cambiamenti; per questa ragione in questo articolo analizzeremo in particolare 6 attività per superare la resistenza al cambiamento e avere successo.

Perché è vitale per le aziende superare la resistenza al cambiamento?

Abbiamo visto come, soprattutto per le imprese che sono cresciute nel tempo sia poi difficile mantenere una capacità di innovare, ma il sapere cambiare direzione, adattare la strategia ai mutamenti del mercato e quindi la gestione del cambiamento organizzativo risultano competenze più che mai indispensabili per mantenere un vantaggio competitivo.

È piuttosto evidente che, perché questo tipo di cultura sia accettata e si diffonda in azienda, occorre prima sconfiggere quella resistenza al cambiamento che è insita nelle persone che ne fanno parte.

L’approccio al cambiamento deve diventare parte della struttura organizzativa, dunque, non a caso il change management è una capacità richiesta a diversi livelli di leadership e che non riguarda esclusivamente un progetto che si conclude, ma che è costantemente “in divenire”.

 

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È infatti la mancanza di una cultura aziendale orientata all'apprendimento continuo e al cambiamento che determina il fallimento di 3 progetti di change management su 4. I dati che ci vengono forniti dall'Osservatorio di Assochange, l’associazione italiana delle aziende, dei manager, dei consulenti, dei ricercatori e dei docenti che si stanno impegnando per la realizzazione di progetti di cambiamento, sono piuttosto sconfortanti: tra le 100 imprese multinazionali con più di 1000 dipendenti esaminate, solo l’8% riesce a raggiungere tutti gli obiettivi.

Come realizzare un progetto di cambiamento efficace

Un approccio strutturato al cambiamento parte dagli individui, passa per i gruppi di lavoro e si diffonde all’intera organizzazione che a sua volta lo promuove, sia aiutando le persone a comprenderne le dinamiche, sia gestendo le eventuali complicazioni.

È la cultura aziendale del cambiamento, dunque, a ricoprire un ruolo fondamentale nel contesto che viene definito 4.0, ma quali sono le caratteristiche essenziali al successo?

resistenza al cambiamento come superarla

Innanzitutto, devono essere definiti obiettivi chiari, ambiziosi, ma al contempo raggiungibili e misurabili; occorre dedicare budget sia alla comunicazione del progetto per coinvolgere i collaboratori che alle attività di formazione, indispensabili perché ognuno disponga delle competenze, non tanto tecniche, quanto comportamentali, le soft-skill per intenderci, e possa esprimere al massimo il proprio potenziale.

Ciò che accade, invece, troppo spesso, è che sia solo il management (e non sempre nella sua interezza) a farsi carico della promozione, della diffusione e della condivisione del progetto di cambiamento organizzativo. Purtroppo la modalità top-down con una comunicazione dall’alto di qualsiasi strategia aziendale sortisce pochissimi effetti sui collaboratori che la devono fare propria e realizzare nel quotidiano.

Vediamo allora i 6 comportamenti efficaci da mettere in pratica per vincere la resistenza al cambiamento, condividerlo e attuarlo con successo.

  1. Coerenza rispetto alle strategie aziendali: se il progetto di cambiamento organizzativo è in linea con le strategie già in atto, è più probabile che vi sia chiarezza sui risultati che si desidera ottenere e sulle aspettative aziendali rispetto ai collaboratori e ai team di lavoro.
  2. Sviluppo della leadership manageriale e individuale: come abbiamo detto, non è coinvolto solo il top management, ma ogni collaboratore dovrebbe essere protagonista del cambiamento a livello quotidiano, grazie a un lavoro di responsabilizzazione e fiducia condiviso con il proprio responsabile.
  3. Aumentare la consapevolezza nelle persone: affinché siano responsabili e affidabili, i collaboratori hanno bisogno di conoscere i benefici, prima di potere abbracciare il cambiamento e realizzarlo con successo.
  4. Prevedere attività di formazione aziendale: oltre alle necessarie competenze in materia di change management, tutti i progetti formativi finalizzati al miglioramento dell’efficacia personale daranno una notevole spinta alla riuscita del processo di cambiamento organizzativo.
  5. Cultura organizzativa diffusa: la promozione del cambiamento passa anche attraverso la distribuzione di strumenti, best practice e metodi collaudati e che possono essere di volta in volta adattati ai nuovi processi.
  6. Monitoraggio costante dei traguardi intermedi: per raggiungere gli obiettivi finali, annuali o quinquennali (a seconda della strategia), è fondamentale impostare e verificare che i dati (mensili e trimestrali) corrispondano ai benchmark definiti. In questo modo, anche attraverso i colloqui di feedback, si riesce a correggere le fasi di basse performance e si evitano spiacevoli sorprese.

Abbiamo visto come per realizzare un progetto di cambiamento aziendale le persone ricoprano un ruolo più importante che mai, perché sono molto più che semplici ingranaggi in un’organizzazione che prende tutte le decisioni e possono partecipare con responsabilità al raggiungimento degli obiettivi.



  

Affinché i collaboratori si sentano fiduciosi nelle proprie potenzialità, si assumano le giuste responsabilità e sviluppino le competenze necessarie, un piano di formazione aziendale può rivelarsi l’asso nella manica, anche per aumentare la motivazione, fidelizzare e trattenere i talenti e il know-how.

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Argomenti: formazione aziendale, training aziendale, change management, paura del cambiamento

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