Vincere la naturale resistenza al cambiamento in 6 passaggi

Pubblicato da: Salvatore Errante aggiornato il 17 giugno 2021
Salvatore Errante
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resistenza al cambiamentoSuperare la resistenza al cambiamento è vitale per le organizzazioni. Ce ne siamo resi conto in modo deciso con l’avvento della pandemia, che ha reso ancora più evidente come, se esiste una costante nell’attuale contesto sociale ed economico, questa sia l’incertezza.

La gestione efficace delle trasformazioni implica il sapere cambiare direzione, adattando la strategia ai mutamenti del mercato. Continua a leggere l’articolo per scoprire i passaggi fondamentali!

Perché la resistenza al cambiamento è naturale?

Questa condizione può essere spiegata con la reazione del nostro cervello che tende a immaginare sempre le conseguenze negative dei cambiamenti. In realtà, per natura, noi esseri umani siamo flessibili, progettati per evolverci e migliorare.

La ragione della prima reazione di timore e resistenza al cambiamento risiede in una perdita di consapevolezza nei confronti del nostro potenziale, dovuta all’impossibilità di prevedere gli esiti della trasformazione.

 

Come superare la resistenza al cambiamento?

 

La gestione del cambiamento in azienda è stata oggetto di molte discussioni nel periodo della pandemia e possiamo individuare alcuni passaggi essenziali per il successo del progetto. Eccoli di seguito.

 

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1. Strategie condivise

Quali sono le aspettative dell’azienda nei confronti dei collaboratori?

Quali sono i risultati che si desidera ottenere con il progetto di cambiamento?

La probabilità di successo di un processo di trasformazione è connessa alla sua effettiva coerenza rispetto alle strategie aziendali.

2. Consapevolezza e responsabilità individuali

Per accogliere il cambiamento e realizzarlo con efficacia, le persone hanno bisogno di conoscere i vantaggi che ne possono derivare.

La consapevolezza aiuta ad aumentare la responsabilità individuale e la fiducia nei propri mezzi.

3. Sviluppo della leadership

Il coinvolgimento del solo top management non è sufficiente: per fare in modo che ognuno viva da protagonista la trasformazione, è necessario sviluppare competenze di leadership, a livello sia manageriale, sia individuale.

resistenza al cambiamentoAttraverso un lavoro di responsabilizzazione, si crea un forte legame di fiducia all’interno del gruppo di lavoro, che porta ogni collaboratore a realizzare la propria parte del progetto di cambiamento.

4. Cultura del cambiamento

La creazione di una nuova e più efficace cultura organizzativa permette alle persone di avere a disposizione strumenti, procedure e best practice per adattarsi in modo agile alle trasformazioni di mercato.

5. Feedback costante

In ogni strategia, per raggiungere gli obiettivi è fondamentale impostare dei benchmark e verificare con regolarità che i numeri corrispondano a quanto pianificato.

Nel caso dei progetti di cambiamento, il monitoraggio costante può avvenire attraverso i colloqui di feedback tra manager e collaboratore, grazie ai quali si possono correggere eventuali situazioni di bassa produttività prima che abbiano un impatto sul traguardo finale.

6. Formazione aziendale

I percorsi di training non si limitano a fornire gli indispensabili strumenti di change management, ma possono rafforzare la fiducia e contribuire a creare la cultura orientata al cambiamento continuo, lavorando sull’efficacia personale.

 

Come attivare un cambiamento organizzativo?

 

L’approccio efficace a un processo di trasformazione ha origine dalle persone, si diffonde nel gruppo di lavoro e infine a tutti i livelli organizzativi.

La cultura agile è orientata al cambiamento e prevede la definizione chiara di obiettivi sfidanti ma raggiungibili, oltre ai benchmark che supportano il monitoraggio delle attività in corsa.

Un’attenzione particolare deve essere dedicata alla strategia di comunicazione, per coinvolgere le persone nel progetto, e ai percorsi di formazione, fondamentali per creare le condizioni ideali per l’espressione massima del potenziale.

 

L’errore da non commettere?

 

La gestione in modalità top-down, dove è solo il management – o una parte di esso – a promuovere e condividere le attività previste dalla trasformazione, con i collaboratori che faticano a fare propri i nuovi valori e quindi a metterli in pratica nel quotidiano.

Per realizzare con successo un progetto di cambiamento organizzativo, dunque, le persone devono assumere un ruolo da protagoniste, partecipando al raggiungimento degli obiettivi grazie a una maggiore responsabilizzazione.

Affinché i collaboratori si sentano fiduciosi nelle proprie potenzialità, si assumano le giuste responsabilità e sviluppino le necessarie competenze di change management, un piano di formazione aziendale può rivelarsi l’asso nella manica, anche per aumentare la motivazione, fidelizzare e trattenere i talenti e il know-how.

 


 

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Argomenti: change management, paura del cambiamento, efficacia professionale, cultura aziendale

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