A seconda dei ruoli, le attività di team building possono avere obiettivi diversi. Se il management è più concentrato sul miglioramento della produttività o sulla condivisione degli obiettivi organizzativi, l’HR punta più al rafforzamento della visione e della cultura aziendale, mentre la direzione commerciale è focalizzata sull’incremento delle performance dei venditori.
Nell’articolo che segue parleremo di:
- Opinioni sulle attività in team
- Outdoor training e formazione esperienziale
- 5 consigli per un progetto efficace
Qual è il nostro primo pensiero quando sentiamo parlare di team building?
Per una parte di partecipanti che amano le attività di questo genere ne esiste un’altra forse più cospicua che le reputa delle inutili perdite di tempo. Perché?
Spesso ciò che avviene quando si organizzano eventi aziendali è completamente slegato dalla realtà quotidiana, per cui risulta difficile cogliere il senso nell’eseguire delle attività di team insieme a tutti i colleghi.
Eppure spesso proprio la metafora e il cambio di prospettiva rispetto al solito contesto lavorativo sono in grado di sortire l’effetto desiderato dal formatore aziendale.
Qual è l’elemento determinante per il successo del progetto? Le attività di team building hanno senso solo se gli obiettivi che si intendono raggiungere sono chiari e definiti. In questo modo l’azione non è fine a se stessa, ma può diventare un’occasione di apprendimento esperienziale capace di stimolare un cambiamento anche nel contesto lavorativo più canonico.
Outdoor training e formazione esperienziale
Occorre fare una distinzione tra outdoor training e formazione esperienziale, metodi che a volte vengono confusi tra loro e considerati sinonimi. Facciamo chiarezza.
- La formazione esperienziale è un metodo in cui il partecipante apprende tramite l’esperienza. L’outdoor training è un esempio, tra tanti, di formazione esperienziale.
- Outdoor training descrive principalmente un contesto ambientale (di solito all’aria aperta), nel quale viene effettuato il training, non tanto la metodologia.
Una stessa attività tuttavia può essere progettata e gestita con modalità molto diverse a seconda dell’obiettivo che ci si pone.
Azienda, formatori e partecipanti devono quindi avere ben chiare sin dall’inizio le finalità dell’intervento per non correre il rischio di realizzare eventi, magari divertenti e d’impatto, ma che non centrano gli obiettivi formativi.
I programmi outdoor estremi come il rafting o la camminata sui carboni ardenti sicuramente stimolano emozioni forti, ma rischiano spesso di perdere di vista il vero obiettivo: facilitare apprendimento e cambiamento.
Nell’analisi dei costi e benefici, non va sottovalutata inoltre la garanzia dello svolgimento in sicurezza delle attività esperienziali.
Cosa serve per uscire dalla comfort zone?
Spesso siamo portati a pensare che per uscire dalla nostra comfort zone sia necessario essere coinvolti in attività ad alto impatto emotivo, situazioni che “costringono” a mettersi in discussione e a rischiare. Ma i confini dell’area di comfort sono estremamente soggettivi, per cui spesso si possono raggiungere risultati eccezionali anche senza uscire dalla sede aziendale.
L’esperienza può dunque prevedere cambi di prospettiva apparentemente semplici per stimolare il pensiero laterale e l’allenamento di competenze utili anche in seguito a esercitare con efficacia il proprio ruolo professionale.
Con la formazione aziendale esperienziale si abbandona l’idea di un coach che fornisce modelli e regole dall’alto, ma si abbraccia un processo di formazione in cui le esperienze di apprendimento (esercizi, attività di team, etc.) servono per comprendere le conseguenze dei propri comportamenti. Così facendo ci si allontana dalla cattiva abitudine di fermare l’attenzione sugli errori e i motivi dei fallimenti, riuscendo a valorizzare e sistematizzare i comportamenti vincenti, quelli costruttivi, a volte del tutto inconsapevoli.
In una formazione di questo tipo la dimensione di pratica e di azione deve essere ben bilanciata con i momenti di osservazione, riflessione, rielaborazione, decodifica della metafora, sistematizzazione e trasferimento dell’apprendimento.
5 consigli per un progetto efficace
Per massimizzare i risultati ottenuti da un progetto di formazione aziendale e di team building sono 5 i punti fondamentali da non trascurare:
1. Definizione degli obiettivi in base alla situazione aziendale attuale. Quali sono le sfide che le persone stanno affrontando? Quale risultato di apprendimento si desidera raggiungere? Perché è importante per l’azienda? Come verranno misurati i traguardi intermedi e finali?
2. Condivisione degli obiettivi tra manager e collaboratori per non fare percepire l’attività come un’imposizione o come una risposta ad un problema individuale o di gruppo, né tantomeno come una semplice vacanza.
3. Progettazione del metodo da parte del coach che guiderà il training. Qual è il modo migliore per facilitare l’apprendimento ed il cambiamento?
4. Equilibrio tra azione e riflessione per dedicare la giusta attenzione alla consapevolezza dei comportamenti critici per migliorare la performance individuale e di team
5. Mantenimento dei risultati tramite sessioni di peer to peer coaching tra colleghi e incontri di aggiornamento tra manager e collaboratore
Le attività di team building non sono sempre e solo puro divertimento, né tantomeno completamente inefficaci. Seguendo una pianificazione per obiettivi e lasciandovi guidare da un partner di formazione affidabile, sarete in grado di offrire ai collaboratori un’esperienza di sicuro impatto anche senza bisogno di scalare montagne o lanciarsi da una cascata.
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