Quando l'outdoor training dà risultati duraturi?

Pubblicato da: Salvatore Errante aggiornato il 14 dicembre 2020
Salvatore Errante
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Cosa faresti se ti trovassi in montagna con temperature sotto lo zero e con una tempesta di neve in arrivo?

Più che lo scenario di una tipica giornata di formazione aziendale, sembrerebbe l’ambientazione di un film d’azione o, al massimo, l’avventura di un appassionato di arrampicata, sci, snowboard e così via…

Eppure, forse proprio per stupire sia l’azienda cliente che i partecipanti stessi, spesso l’outdoor training corrisponde a proposte di attività estreme che sfidano i limiti, a volte anche fisici, di chi ne prende parte.

Ma perché non si ottengono gli effetti desiderati? Quali sono gli obiettivi che si desidera raggiungere?

Ne parliamo in questo articolo, approfondendo in particolare

  • Differenze tra training outdoor e formazione esperienziale
  • Come imparano gli adulti
  • In cosa consiste la formazione esperienziale
  • Come possiamo scegliere il formatore adatto

Differenze tra training outdoor e formazione esperienziale

Il termine outdoor training è spesso associato ai team building aziendali, visti come un’occasione da cogliere al volo per rafforzare il legame tra colleghi, appianare le divergenze tra reparti o diffondere la nuova strategia. Tuttavia, come abbiamo già visto, non sempre è necessario affrontare delle sfide fisiche o raggiungere luoghi impervi per uscire dalla propria comfort zone.New Call-to-action

 

Fare formazione esperienziale è uguale ad outdoor training?

 

No! Sebbene la formazione esperienziale si differenzi dalla formazione aziendale in aula per la sua dimensione agita, non si identifica automaticamente con l’outdoor training perché ciò che rende esperienziale la formazione non è il luogo fisico nella quale si svolge ma la metodologia.

Nella formazione esperienziale il partecipante apprende attraverso l’allenamento, la prova e la sperimentazione dei propri comportamenti. Il trainer non fornisce  modelli e tecniche preconfezionate ma viene facilitata l’attivazione delle risorse personali e di gruppo. Questo apprendimento può naturalmente avvenire anche in uno spazio fisico indoor, se le attività e le metafore utilizzate sono ben progettate.

Al contrario, un piano di outdoor training che viene concepito e progettato esclusivamente come un momento incentive  e di  puro divertimento,  rischia si essere ricordato come una bellissima esperienza, ma nulla di più. Il limite delle attività di team building così progettate è nella scarsa capacità di generare nuove consapevolezze e facilitarne la traduzione in comportamenti quotidiani, una volta rientrati in ufficio.   

 

Come imparano gli adulti?

 

A differenza dei bambini che, spinti dalla curiosità (quante volte chiedono perché? nell’arco di una giornata?), imparano continuamente e spesso inconsapevolmente, semplicemente facendo, negli adulti l’apprendimento è selettivo. L’unico perché? che formulano è riferito ai motivi della formazione alla quale parteciperanno, alla ricerca di una giustificazione per gli sforzi che verranno loro richiesti.

Di conseguenza,  se l’azienda organizza un evento outdoor per comunicare una nuova strategia o facilitare nuovi comportamenti, ma non condivide lo scopo, i risultati attesi e le aspettative, collegandole con il momento storico che l’organizzazione sta vivendo, sarà difficile ottenere il pieno coinvolgimento e la massima disponibilità ad apprendere delle persone.

Allo stesso modo, se un partecipante non si sente a suo agio in contesti di formazione outdoor fisicamente impegnativi (es. rafting, fire walking, arrampicata, rugby, vela, ecc. ), sarà più focalizzato sul superamento delle proprie paure rispetto alla scoperta delle proprie capacità e all’espressione del proprio potenziale.

 

In cosa consiste la formazione esperienziale?

 

Le caratteristiche principali della formazione esperienziale possono essere così riassunte:

  • il partecipante apprende grazie ai canali cognitivo, emotivo e fisico;
  • affronta sfide nuove che possono stimolare cambi di prospettiva e il pensiero laterale;
  • le attività proposte allenano specificatamente i comportamenti che si desiderano attivare;
  • attraverso la prova e la sperimentazione dei propri comportamenti i partecipanti elaborano strategie, modelli e nuove abitudini da trasferire nell’ambiente lavorativo;
  • vi un’alternanza equilibrata tra azione e riflessione, grazie alla quale i comportamenti efficaci vengono individuati e sistematizzati;
  • il momento formativo è associato al gioco e al divertimento, recuperando la dimensione ludica dell’apprendimento tipica dei bambini, anche quando le attività proposte sono molto simili a quelle realmente vissute in azienda. 

outdoor training scelta formatore

 

Come possiamo scegliere il formatore adatto?

 

Un formatore aziendale esperto nell’apprendimento degli adulti non si limiterà a proporre attività divertenti e suggestive fine a se stesse, ma presenterà un progetto nel quale il partecipante è inserito in un percorso formativo preciso, finalizzato allo sviluppo delle competenze concordate e condivise con l’azienda e i suoi committenti.

 

Ecco 3 domande utili da fare ad un formatore per saggiarne le competenze:

  1. Quale metodo sarà utilizzato per facilitare l’apprendimento e il consolidamento dei comportamenti desiderati?
  2. Attraverso quali domande stimoleremo la consapevolezza dei partecipanti?
  3. In quale modo aiuteremo i partecipanti a trasformare gli apprendimenti in nuove abitudini?

Con queste domande scoprirete se il formatore non è solo un esperto di contenuto o dell’attività che vi propone, ma anche un vero facilitatore dell’apprendimento.

 


L’obiettivo di ogni facilitatore efficace è stimolare una maggiore consapevolezza delle risorse a disposizione, rendendo efficaci le scelte e replicabili i comportamenti, aumentando la fiducia nel proprio potenziale.

Fiducia necessaria ad affrontare le situazioni di cambiamento che sono ormai una costante dei nostri giorni.

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Argomenti: formazione aziendale, team building, outdoor training

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