Negli ultimi 30 anni, la maggior parte dei coach e dei formatori aziendali hanno ripetuto come un mantra (e a ragione, senza dubbio) che lo stress da lavoro correlato non va preso sottogamba, perché le ricerche dimostrano che si tratta di una minaccia concreta per la nostra salute ed può essere causa di malattie anche gravi e mortali.
Tuttavia, continuando a concentrarci sull’impatto negativo dello stress sulla nostra vita, rischiamo di aggravarlo ulteriormente.
In questo articolo proveremo dunque ad analizzare lo stress da un altro punto di vista, per capire come prevenirlo e migliorare il benessere organizzativo.
Stress da lavoro correlato: come prevenirlo migliorando il clima aziendale
Vi è mai capitato di non riuscire ad addormentarvi e di utilizzare il tablet o lo smartphone per provare a liberare la mente e finalmente prendere sonno? Capita a molti di noi, ma poniamo il caso, durante la navigazione, di imbatterci nella pubblicità di un sonnifero. Nei primi 20 secondi la promessa: se prendiamo la pastiglia ci addormentiamo subito, ma nei successivi 20 un’altra voce ci allerta sui possibili effetti collaterali. La nostra reazione sarà quella di pensare “se prendo il sonnifero sarò ancora più agitato per l’idea degli effetti collaterali”. Ecco, questo è il modo in cui finora i corsi di formazione hanno affrontato lo stress da lavoro correlato.
Cosa accade quando proviamo a riconsiderare il concetto di stress?
Per rispondere a questa domanda faremo affidamento sulle ricerche di Shawn Achor e Alia Crum che hanno analizzato 380 manager per capire se sia possibile trasformare lo stress da debilitante a potenziante, semplicemente cambiando la nostra mentalità al lavoro.
Una delle prime scoperte è stata clamorosa: la formazione aziendale classica finalizzata alla prevenzione dello stress da lavoro correlato, anziché ridurlo lo faceva aumentare, pur non intenzionalmente.
In effetti, pensiamoci bene, come ci si sente dopo avere letto quei dati allarmanti sullo stress come causa di malattie anche mortali? Una persona non stressata percepisce quelle statistiche come una minaccia per la propria vita e il suo sistema nervoso ha comunque una reazione, che sia quella di combattere lo stress o di tentare a sfuggirgli. Se invece la persona si sente già stressata, ha un’ulteriore motivo di preoccupazione ora che sa che potrebbe esserle fatale!
Quale approccio alternativo allo stress risulta più efficace?
Premesso che a volte, in determinati contesti lavorativi, un certo grado di stress è inevitabile, l’esperimento di Achor e Crum era volto a dimostrare che esiste un approccio positivo. Consisteva nel mostrare a due gruppi di manager due diversi brevi filmati: il primo riguardava le scoperte sugli effetti dannosi dello stress; il secondo invece parlava della capacità dello stress di rinvigorire sia il cervello che il fisico.
Entrambe le informazioni sono vere, sebbene la seconda sia certamente meno conosciuta e meno attesa. Lo stress, infatti, può stimolare il cervello a sfruttare al meglio le proprie capacità, migliorare la memoria e l’intelligenza, aumentare la produttività e persino velocizzare il recupero la da operazioni chirurgiche.
Le ricerche indicano quindi come lo stress (che infatti viene spesso definito eustress = stress positivo) possa generare una serie di condizioni positive, tra cui:
- creazione di una maggiore resistenza mentale
- apertura a nuove prospettive
- rafforzamento delle relazioni
- aumento della consapevolezza nei confronti del proprio talento
- migliore gestione delle priorità
- soddisfazione rispetto alla propria vita
- senso di responsabilità
I risultati dell’esperimento di Achor e Crum furono sorprendenti: le persone portate a pensare allo stress come stimolante, anziché indebolente, affrontavano la realtà della sua situazione lavorativa usando lo stress a loro vantaggio. Tutte le caratteristiche dello stress negativo (distress) iniziavano invece a diminuire, perché lo stress non veniva percepito come una minaccia. Risultato? Le persone si sentivano molto più produttive ed energiche, registrando anche molti meno sintomi normalmente associati al distress (come emicrania, dolori alla schiena e affaticamento).
Oltre alla crescita della percezione di produttività (da 1,9 a 2,6 su 4) cresceva anche il livello di soddisfazione personale che, come abbiamo visto nell’articolo precedente, è uno dei fattori che influenzano maggiormente la produttività, la felicità in azienda e il benessere organizzativo.
Come possiamo sfruttare lo stress a nostro vantaggio?
Il metodo messo a punto a seguito delle scoperte della Psicologia Positiva è riassumibile nell’acronimo STOP:
- Stanne fuori
- Trova delle opzioni
- Organizzati
- Procedi
Il passaggio fondamentale è fermarsi, prendendo consapevolezza nei confronti della situazione di stress che stiamo vivendo.
Starne fuori vuol dire fermarsi un momento per evitare reazioni istintive che seguano un’abitudine poco efficace. C’è sempre un po’ di tempo per riflettere sulla situazione ed elaborare una strategia e questa condizione permette di chiarire i propri obiettivi, essere più motivati e consapevoli della propria decisione.
Trovare delle opzioni significa interrompere quegli automatismi che ci portano a ripetere soluzioni o giudizi simili a quelli passati, impegnandoci invece in un pensiero più consapevole.
Organizzarsi è dare una forma più precisa ai nostri pensieri, definendo le priorità e stabilendo l’ordine delle azioni da compiere.
Solo a questo punto siamo pronti per procedere, agendo in modo consapevole e allineato ai nostri obiettivi e motivazioni.
Il metodo STOP è solo uno degli strumenti che fanno parte di Enjoy!, il corso di InsideOut per aiutare i collaboratori a liberare il proprio potenziale grazie alla relazione positiva tra performance professionale, apprendimento e divertimento. Lavorare in zona enjoy significa sfruttare il vantaggio della felicità per incrementare la nostra efficacia e la produttività. A differenza di quanto siamo portati a pensare, infatti, incoraggiare le persone ad un clima aziendale disteso ed energizzante non equivale a perdere tempo sul lavoro, anzi, accade tutto il contrario.
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