Il corso “Psychology and the Good Life” tenuto dalla Professoressa di Psicologia Laurie Santos all’Università di Yale, uno degli atenei più prestigiosi a livello non solo statunitense, ma mondiale, è la dimostrazione che la felicità si può insegnare, ma soprattutto che esiste un vastissimo interesse nei confronti dell’apprendimento.
Il corso sulla felicità nel 2018 ha registrato un numero di iscritti da record, praticamente un quarto degli studenti dell’ateneo appartenente all'esclusiva Ivy League.
Perché un corso sulla felicità? La risposta della docente
La Professoressa Santos insegna, sempre a Yale, Psicologia Evoluzionistica e i motivi per cui ha scelto di attivare un altro corso, altrettanto impegnativo, sono 3.
1. Il primo è che secondo Santos è arrivato il momento di cominciare a pensare alle applicazioni della psicologia per rendere in primis noi stessi più felici. Non sono solo i ricercatori ad avere a disposizione studi, tecniche e dati per supportare la diffusione di benessere, ma anche le istituzioni e le aziende che li mettono in pratica hanno i risultati da mostrare e migliorare. Cambiare le abitudini delle persone attraverso campagne nazionali (o iniziative private nel caso delle imprese) rendendole più salutari ed efficaci è possibile, quindi, anche quando il target è un pubblico ampio. Con un tale quantitativo di informazioni a disposizione, è giusto condividere i metodi per essere più felici.
2. Nonostante la consapevolezza delle azioni da intraprendere per vivere meglio, però, le persone non si dichiarano felici come ci si aspetterebbe. Ed è questa la seconda ragione che ha spinto la Professoressa Santos ad attivare il corso sulla felicità: secondo un sondaggio condotto da ABC News nel 2013, infatti, sono proprio gli americani la popolazione meno felice al mondo. Le statistiche raccontano di un aumento delle prescrizioni di antidepressivi di 400 volte rispetto a 20 anni fa. Ma non sono solo gli USA, perché soprattutto tra le fasce più istruite della popolazione, si registra un incremento nell'uso di psicofarmaci.
3. La terza ragione, per ammissione della stessa Laurie Santos, è che persino lei ha bisogno di un corso sulla felicità, perché si sente perfettamente in media rispetto al resto degli americani.
Dopo il successo delle iscrizioni da parte degli studenti di Yale, il corso “Psychology and the Good Life” viene proposto dalla docente in una versione gratuita, accessibile online.
Ecco il suo video di presentazione:
Perché tutto questo dovrebbe
interessare le aziende?
Perché, proprio come accade agli studenti di Yale che, dopo avere raggiunto il traguardo, già di per sé difficilissimo da centrare, dell’ammissione all'Università, faticano a trovare le motivazioni e sono vittima di ansia e stress, allo stesso modo può capitare che in azienda si vivano le medesime difficoltà, pur rapportate a un contesto diverso.
La felicità funziona esattamente come un vaccino antistress e ciò su cui lavorano spesso i formatori aziendali è proprio la capacità di riconoscere le emozioni, positive o negative che siano, per poi sfruttarle a proprio vantaggio.
I cambiamenti che secondo la Professoressa Santos vogliono essere realizzati dagli studenti del suo corso sono, in realtà, molto simili alle esigenze che riscontriamo spesso in azienda:
- maggiore soddisfazione rispetto alle proprie attività
- capacità di sconfiggere la tendenza a procrastinare
- migliore collaborazione tra colleghi
- creazione di nuove e più efficaci abitudini
È una nuova cultura, di fatto, quella che gli studenti vogliono provare ad abbracciare e diffondere iscrivendosi in così gran numero al corso “Psychology and the Good Life”.
Il fatto di non essere vittima di emozioni, ma di saperle riconoscere e gestire, è il primo passo per concentrarsi, un obiettivo alla volta, sul proprio lavoro e ciò vale per gli studenti di Yale come per chiunque. La Psicologia Positiva, infatti, fonda i suoi insegnamenti sul fatto che le emozioni positive abbiano il potere di estendere la capacità cognitiva e siano quindi uno stimolo alla riflessione, al pensiero creativo e all'apertura mentale.
Oltre a fungere da antistress, la felicità incentiva il raggiungimento dei traguardi perché incrementa la produttività. Se i manager e i responsabili di team riescono a promuovere questa cultura aziendale positiva, facendosi portavoce e incarnandola dando l’esempio, i collaboratori la respireranno e la assimileranno a loro volta, diventando più consapevoli, responsabili e soddisfatti del proprio ruolo.
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