Cos'è la formazione esperienziale? I consigli per l'efficacia

Pubblicato da: Domenico Malara aggiornato il 30 marzo 2023
Domenico Malara
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formazione esperienzialePer apprendere una competenza nuova, il nostro cervello elabora le informazioni, organizzandole esattamente come un computer. È proprio dal modo in cui quei dati vengono immagazzinati che dipende la successiva capacità di recuperarli e utilizzarli in contesti diversi dal momento dell’apprendimento. Migliore è l’organizzazione delle “cartelle”, più facile sarà mettere in atto le nozioni o i comportamenti e più efficace sarà l’apprendimento.

Quando nella fase di apprendimento sono coinvolti più sensi, le probabilità di consolidarlo aumentano. Ecco perché la formazione esperienziale (detta anche multi-sensoriale) riveste un ruolo così importante. Scopri di più nell'articolo che segue.

Cosa si intende con formazione esperienziale?

La formazione esperienziale prevede un apprendimento basato sulla sperimentazione di situazioni reali, lo svolgimento di compiti e l’azione di ruoli da parte del partecipante alla sessione.

Nel corso di questo articolo approfondiremo diversi argomenti; puoi cliccare quello di tuo interesse per passare direttamente al paragrafo dedicato.

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Apprendimento esperienziale e multi-sensoriale

Il momento di maggiore apprendimento per le persone è l’infanzia: per questo motivo, imparare facendo un’esperienza, mettendo in pratica una nuova competenza, giocando persino, risulta efficace anche in età adulta.

Con l’allenamento e l’automatizzazione del nuovo comportamento, i percorsi mentali attivati dal cervello per immagazzinare le informazioni aumentano, facilitando il ricordo di quanto appreso nel corso dell’evento formativo.

Nel video, quello esperienziale viene definito come la più naturale e potente forma di apprendimento. L’esempio più calzante di apprendimento nell'infanzia è il bambino che impara a camminare dopo essere caduto, avere pianto e averci riprovato senza scoraggiarsi.

Perché accade tutto ciò? Perché, passato il piccolo trauma della prima caduta, il nostro cervello ha iniziato a elaborare tutti i dati, per capire come correggere il movimento e non cadere.

Questo processare informazioni avviene per ogni attività che cerchiamo di imparare, che sia un programma nuovo in ufficio o un passo di danza al corso serale.

Il cervello comprende la connessione tra gli eventi, individua il passaggio errato e sa cosa fare alla prova successiva.

L’apprendimento esperienziale può essere utilizzato per acquisire una nuova competenza o per svilupparne una, migliorando una capacità.

Non è un caso che, data la necessità di essere perfetti, i musicisti abbiano una maggiore capacità di apprendimento rispetto a chi non suona alcuno strumento. Stonare significa uscire dalla melodia e farsi notare rispetto al resto dell’orchestra, per cui è necessario un allenamento continuo e meticoloso. Con un cervello già abituato alla continua ricerca di miglioramento, un musicista fa meno fatica ad acquisire nuove nozioni o competenze.

Nella formazione esperienziale, sono coinvolti i diversi sensi dei partecipanti: vista, udito e senso-motricità, composta da tatto e movimento.

Come abbiamo visto nella premessa di questo articolo, quando le persone utilizzano contemporaneamente più sensi, aumentano le probabilità di consolidare l’apprendimento e di recuperare le nuove informazioni in un contesto diverso da quello dell’aula.

Un esempio? Quando prendiamo appunti, combiniamo l’udito al movimento di scrittura e l’apprendimento risulta più efficace. 

Nel suo talk, tenutosi in occasione di uno degli eventi TEDx, il Dr. Ravindra – Professore di Design Thinking della Hong Kong University of Science and Technology – usa un’altra espressione associata all'apprendimento esperienziale: learning by doing.

Non solo, ribadisce come il contesto sia fondamentale per l’apprendimento a lungo termine, perché senza ci limitiamo a provare a memorizzare nozioni, senza dare loro un reale valore. Infine, inserisce l’importanza dell’esperienza anche nell'era della trasformazione digitale, portando alcuni esempi di lavori realizzati dai suoi studenti.

Passiamo ora a chiarire quali sono le differenze tra apprendimento esperienziale e attività di team building (se ve ne sono).

Formazione esperienziale o team building? Le differenze

Nella formazione esperienziale, il partecipante diventa il protagonista attivo che si mette alla prova attraverso l’esperienza, piuttosto che seguire una lezione canonica nella quale le nozioni gli arrivano tramite un formatore.

La presenza di attività esperienziali porta spesso questo tipo di formazione a essere associata al team building.

Non è un passaggio del tutto errato: perché questo tipo di eventi siano efficaci, infatti, dovrebbe essere prevista una componente esperienziale che aiuti a riportare nelle attività quotidiane gli insegnamenti e le situazioni vissute.

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formazione esperienziale

Sebbene le aziende scelgano di organizzare eventi di team building per rafforzare lo spirito di gruppo, migliorare la comunicazione e la collaborazione tra colleghi e dipartimenti, spesso i risultati sono deludenti, anche per il pregiudizio con cui vengono affrontati.

Vediamo nel prossimo paragrafo qual è l'elemento senza il quale qualunque progetto formativo faticherà a generare risultati duraturi.

L'elemento essenziale al raggiungimento degli obiettivi formativi

Il fattore determinante per il successo di un’attività formativa, così come del team building, è la fiducia con la quale i partecipanti si approcciano all'evento: se pensano si tratti di un’esperienza fine a sé stessa, per quanto forte e outdoor, difficilmente ne trarranno benefici per il proprio lavoro.

Quando la formazione esperienziale prevede un metodo condiviso tra azienda, formatore e partecipanti, l’apprendimento può avvenire in modo naturale ed efficace, indipendentemente dal contesto in cui si tiene e può quindi avere successo anche se si svolge in un’aula o in una sala riunioni.

Attraverso la sperimentazione e l’allenamento di nuove capacità, i partecipanti riescono ad apprendere e il formatore ha il ruolo di facilitare la loro consapevolezza. Scopriamo di più sull'importanza di questo ruolo, nel prossimo paragrafo.

Il valore aggiunto del formatore 

La capacità del formatore e facilitatore si deve alla sua bravura nella progettazione di attività in equilibrio perfetto tra azione e riflessione, allenando i nuovi comportamenti, da un lato, e generando consapevolezza, dall'altro.

La componente esperienziale aiuta i partecipanti ad apprendere con maggiore facilità, grazie al coinvolgimento simultaneo di diversi canali sensoriali, unendo gli aspetti fisico, emotivo e cognitivo.

formazione esperienzialeCome abbiamo visto, il contesto non deve essere necessariamente outdoor, le attività possono anche non prevedere situazioni particolarmente avventurose. Tuttavia, perché questo tipo di esperienze risultino in un apprendimento, è fondamentale che il facilitatore progetti delle sfide capaci di stimolare un cambio di prospettiva. Altra componente essenziale al successo della formazione è l’alternanza tra esperienza e riflessione, necessaria all'elaborazione dei nuovi comportamenti e al loro riutilizzo in un contesto diverso.

Che si tratti di un evento di team building aziendale o di formazione comportamentale, quando l’attività esperienziale è ben progettata può raggiungere l’obiettivo di stimolare l’apprendimento multi-sensoriale e coinvolgere i partecipanti. A differenza dell’apprendimento frontale, in cui si ascolta in modo passivo un formatore che elenca nuove regole o nozioni, l’esperienza aiuta a mettere in pratica, assimilare e sistematizzare i comportamenti più efficaci, riuscendo nell'impresa di allenarli anche una volta tornati alle attività lavorative quotidiane.

 


 

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Argomenti: efficacia professionale, team building, outdoor training, formazione esperienziale

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