Nell’articolo di oggi, vedremo come valorizzare il benessere organizzativo per sostenere l’engagement dei collaboratori, aumentando la loro soddisfazione e fidelizzazione.
In questo articolo del World Economic Forum, si legge come ai numerosi effetti devastanti della pandemia da COVID-19 vada aggiunto anche l’avere messo a serio rischio il benessere lavorativo nelle organizzazioni.
Nel suo testo, il WEF cita anche un report di McKinsey & Co. che evidenzia come:
Uno degli aspetti più critici del lavoro durante la pandemia è stato il mantenimento di un corretto equilibrio tra vita professionale e privata, soprattutto per chi si è adattato in modo molto rapido al remote working, ma non è riuscito a definire altrettanto velocemente i confini in termini di spazi e di orari.
Anche nel ritorno alla normalità – o meglio, nell’adozione di una nuova normalità, con una modalità ibrida che alterna presenza in ufficio e lavoro da remoto – il benessere organizzativo dovrebbe essere considerato prioritario, in virtù del suo impatto sul coinvolgimento e la produttività delle persone.
La definizione e la condivisione di norme, procedure e valori legati alla cultura organizzativa sono attività strategiche per il benessere, perché aiutano a conferire maggiore stabilità a contesti e situazioni caratterizzati da incertezza e preoccupazione.
L’impegno e l’attenzione rivolti allo sviluppo di maggiore benessere da parte dell’azienda si possono dimostrare anche con l’analisi e il monitoraggio delle strategie HR in termini di efficacia nell’incontrare gli effettivi bisogni delle persone.
Un ulteriore supporto dovrebbe poi arrivare dal management, per incrementare la fiducia dei collaboratori nei confronti dell’azienda e dei colleghi, facendoli sentire al sicuro, ascoltati e compresi. Quando poi all’ascolto il manager fa seguire un’azione, assume un ruolo importante nel creare un ambiente di lavoro sano nel quale le persone si sentano coinvolte e tutelate.
È piuttosto naturale che le persone siano restie a parlare di temi legati alla propria salute e al proprio benessere mentale, a maggior ragione all’interno di un contesto professionale.
Per costruire un dialogo davvero coinvolgente ed efficace, le conversazioni sul benessere lavorativo dovrebbero avvenire solo dopo avere creato una relazione basata sulla fiducia tra manager e collaboratore.
Occorre iniziare dalla valutazione della situazione, che può essere eseguita attraverso l’invio di questionari da compilare da parte dei collaboratori in anonimato, per fornire ai manager e ai responsabili di dipartimento indicazioni utili, soprattutto sulle aree di miglioramento e gli ambiti specifici in cui potrebbe essere necessaria una guida più decisa da parte loro.
L’esigenza di dedicare un’attenzione sempre maggiore all’ascolto delle proprie persone dovrebbe poi trovare spazio nei progetti di formazione manageriale, che oggi includono tra i loro obiettivi anche lo sviluppo delle competenze necessarie a diffondere benessere e un clima lavorativo basato sulla fiducia.
Il lavoro sull’intelligenza emotiva e sull’empatia è essenziale per costruire un’organizzazione pronta ad affrontare situazioni nuove con il giusto grado di fiducia e sicurezza, in una parola: resiliente.
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