È quella che viene definita positive leadership: ne parliamo nell'articolo di oggi, insieme alle competenze manageriali più richieste nel mercato attuale.
Per rispondere a questa domanda, traiamo spunto da un articolo di Repubblica dove si spiega come, nel mercato attuale caratterizzato dai cambiamenti continui, per prima cosa debbano essere aggiornate le culture aziendali. Dopodiché possono essere selezionati e formati i leader, affinché siano in grado di affrontare queste sfide complesse, motivando sé stessi e i collaboratori.
All'interno dell’articolo citato, inoltre, sono riportati i risultati dell’Osservatorio Manageriale eseguito da Manager Italia a proposito delle competenze maggiormente ricercate.
Eccole di seguito:
A proposito della capacità di leadership, è fondamentale comprendere come nel panorama aziendale odierno sia necessario un cambio di paradigma, il passaggio dalla mera comunicazione di comandi a un atteggiamento positivo, capace di stimolare la curiosità e la crescita dei propri collaboratori.
La leadership positiva incide su diversi aspetti gestionali del manager: la maggiore capacità di ispirare i membri del team con il proprio comportamento, ma anche le relazioni più efficaci con i clienti e i diversi stakeholder dell’azienda. Numerose ricerche dimostrano il collegamento tra positive leadership e produttività, soddisfazione e retention dei clienti e dei collaboratori.
Le best practice in questa direzione non si limitano semplicemente all'essere positivi, ma richiedono un cambiamento significativo a livello di cultura aziendale.
Anziché concentrarsi sulle mancanze, dunque, è più efficace puntare sui valori unici dell’azienda; piuttosto che guardare a obiettivi irrealizzabili, meglio utilizzare il modello S.M.A.R.T. (Specifici, Misurabili, Attinenti, Realizzabili e basati sul Tempo) e definirne di concreti e raggiungibili; anziché parlare solo di problemi, perché non discutere di esempi positivi e casi di successo?
Tra le buone pratiche della leadership positiva, infatti, troviamo la disponibilità del manager a riconoscere le performance dei suoi collaboratori, anche pubblicamente, incentivarli a fare sempre meglio e migliorare la loro soddisfazione rispetto al lavoro svolto.
La gentilezza e l’empatia sono altri elementi determinanti, per la loro correlazione con la motivazione e la produttività.
In quest’ottica, il ruolo del leader va oltre la definizione degli obiettivi, degli strumenti per valutare le proprie risorse e degli schemi di incentivazione, perché comprende lo studio dei metodi e dell’approccio che le aiuti a crescere, professionalmente e non solo. Il successo e lo sviluppo della carriera dei collaboratori passano anche attraverso la volontà del manager di rimuovere alcuni ostacoli, creando un clima disteso e fondato sulla fiducia reciproca.
La fiducia è il pilastro di questo stile di leadership: soprattutto nei contesti aziendali che si dichiarano aperti al cambiamento, le persone devono potere sentirsi libere di esprimere opinioni, proporre idee e persino di sbagliare, senza timore di essere giudicati o provare sensi di colpa.
Concludendo, il leader efficace è colui che con il suo esempio ispira i colleghi ad apprendere, fare e immaginare di più. Tra le competenze manageriali, la leadership positiva è priva di autorità, ma non di autorevolezza, anzi richiede una personalità forte. Tuttavia, se si centra l’obiettivo di creare un ambiente sereno e virtuoso, non ne giovano solamente i collaboratori, bensì l’intera organizzazione.
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