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La motivazione in azienda e il suo impatto sulla produttività

Scritto da Domenico Malara | 29.03.2018

Le aziende sono alla continua ricerca di strumenti di lavoro, strutture organizzative e sistemi in grado di incrementare la produttività, migliorare le performance e aumentare il fatturato.

Di fatto, gli elementi che incidono maggiormente sull’attività, a prescindere dal settore, sono le risorse umane che contribuiscono ogni giorno al raggiungimento di obiettivi nel breve e lungo periodo.

In questo articolo analizzeremo quindi:

  • Come misurare la produttività del personale
  • Come alimentare la motivazione dei collaboratori

L’impatto positivo della motivazione sulle performance aziendali

Il motivo per cui le persone sono l’elemento centrale di ogni attività è da ricercare nel loro praticamente illimitato potenziale: se l’azienda è in grado di farlo esprimere al massimo, ha a disposizione un enorme contributo al raggiungimento degli obiettivi di business.

Immaginando di unire le competenze dei diversi membri del team di e, ancora, sommare tutti i gruppi di lavoro, è facile comprendere la potenzialità rispetto alle performance generali.

Come misurare la produttività: dati quantitativi e qualitativi

Come abbiamo visto nell'articolo relativo ai colloqui di feedback, nella valutazione delle performance occorre prestare particolare attenzione per non rischiare di compromettere la motivazione del collaboratore e il suo rapporto con il manager.

 

È necessario, tuttavia, per potere fornire un riscontro rispetto all'attività svolta, che questa sia misurata dal punto di vista quantitativo e qualitativo.

L’analisi quantitativa viene svolta con il supporto di dati statistici e strumenti di calcolo. Una performance positiva è solitamente quella che raggiunge una percentuale pari o maggiore all'obiettivo definito. Si tratta di una valutazione solitamente obiettiva, proprio perché basata su elementi oggettivi.

Quella qualitativa si può eseguire attraverso le testimonianze di clienti, colleghi e responsabili diretti del collaboratore e, proprio per la natura soggettiva di tali opinioni, deve essere svolta con particolare cura.

In quest’ottica, è la forza della cultura aziendale a determinare la volontà di ognuno di dare il massimo per raggiungere un traguardo comune.

I manager considerano con molta attenzione l’impatto delle proprie risorse sulla produttività e se questa ha dei livelli preoccupanti la causa viene subito ricercata nella mancanza di motivazione.

È indubbio che le persone motivate siano anche più produttive, ma come si alimenta questo fattore così indispensabile?

Prima di rispondere proviamo a distinguere due tipologie diverse di motivazione.
  • Estrinseca: quella su cui lavora la maggior parte delle organizzazioni per incrementare le performance e comprende uno schema di compensazione e benefit capace di attrarre talenti e trattenerli;
  • Intrinseca: basata sul favorire l’efficacia personale e l’espressione del potenziale di ciascun collaboratore attraverso un sistema di avanzamento di carriera, formazione continua e riconoscimento degli sforzi.

Le motivazioni meno legate all'aspetto monetario sono anche quelle più connesse alla soddisfazione e all'interesse che il collaboratore prova nei confronti di ciò che fa e per questa ragione può accadere che nel contesto attuale qualcuno decida di cambiare azienda alla ricerca di un maggiore benessere lavorativo, più che di una migliore retribuzione.

Ovviamente non è pensabile che ci si basi esclusivamente su motivazioni intrinseche e, come spesso accade, è consigliabile prevedere un mix equilibrato fra benefit tangibili e non materiali, come la soddisfazione e la motivazione.

Alcuni esempi concreti per mantenere alto il livello di motivazione intrinseca?

Eccoli di seguito:

  • riconoscere e apprezzare i traguardi raggiunti dal collaboratore, sia a voce, magari in presenza di altri colleghi e manager, sia in forma scritta;
  • ringraziare spesso e complimentarsi per il lavoro svolto;
  • assegnare maggiori responsabilità, ad esempio il coordinamento di un piccolo gruppo di lavoro per progetti specifici;
  • offrire opportunità di sviluppo delle competenze personali, attraverso programmi di formazione;
  • fornire feedback costante rispetto al raggiungimento degli obiettivi.

Queste sono alcune pratiche legate alla motivazione e capaci di incidere sulla produttività, ma i vantaggi non finiscono qui:

  • morale più alto
  • riduzione dello stress
  • minore assenteismo
  • livelli di retention maggiori

 

Anche in situazioni di riorganizzazione aziendale, dunque, occorre prestare particolare attenzione ai costi che si intendono tagliare o ridurre, per non rischiare di vedere drasticamente diminuire anche motivazione, soddisfazione e produttività del team di lavoro.

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  • comprendere le proprie attitudini per raggiungere gli obiettivi professionali
  • gestire le pressioni quotidiane e aumentare il benessere organizzativo
  • lavorare per priorità, concentrati ed eliminando le distrazioni
  • migliorare il senso di responsabilità e lo spirito d’iniziativa
  • essere aperti alle sfide senza pregiudizi e barriere

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