Continua a leggere l’articolo di oggi per conoscere le quattro caratteristiche da sviluppare per migliorare la nostra capacità di apprendimento:
Già nel 1988, il teorico del management Arie de Geus scrisse (puoi leggere il suo articolo Planning as Learning per intero cliccando qui):
“La capacità di apprendere in modo più rapido dei tuoi concorrenti potrebbe essere l’unico vantaggio competitivo davvero sostenibile.”
Oggi, le aziende operano in contesti soggetti a cambiamenti costanti, sia dal punto di vista delle nuove tecnologie che emergono, sia da quello del comportamento dei clienti, in continua evoluzione.
L’emergenza sanitaria non ha fatto che evidenziare in maniera ulteriore la volatilità dei mercati e la necessità, per le organizzazioni e le persone che ne fanno parte, di essere preparate e aperte alle trasformazioni.
Una delle leve più efficaci per gestire in modo efficace questo tipo di situazioni è la formazione aziendale, in particolare quella concentrata sullo sviluppo delle competenze comportamentali, le cosiddette soft skill.
Rispetto ai corsi di formazioni più tecnici – che continuano a essere necessari e validi soprattutto in ambiti specifici, pensiamo ad esempio agli aggiornamenti normativi o all’utilizzo di nuovi sistemi informatici – queste tipologie di training hanno l’obiettivo di fornire gli strumenti necessari per imparare ad imparare, superando preconcetti e abitudini poco efficaci.
Le organizzazioni che orientano la propria cultura al lifelong learning (ovvero l’apprendimento permanente) ottengono numerosi vantaggi in termini di maggiore soddisfazione dei collaboratori e conseguente riduzione del turnover, grazie a un supporto costante all’espressione del potenziale personale e al miglioramento dell’efficacia.
In ottica di lifelong learning, non è sempre necessario prevedere dei progetti formativi in aula e dunque allontanare le persone dalle proprie attività professionali per giorni interi.
Le persone disposte ad apprendere sono in grado di cogliere le opportunità di crescita, superando la pigrizia che ci tiene ancorati alle abitudini, anche nel corso di una normale giornata lavorativa.
Come abbiamo visto nella premessa, le caratteristiche da sviluppare per provare a migliorare la nostra capacità di apprendimento sono quattro, analizziamole di seguito.
La prima caratteristica è il desiderio di comprendere e padroneggiare nuove conoscenze e competenze. Per quanto possa sembrare fissa, la motivazione può essere sviluppata e migliorata, superando gli iniziali ostacoli creati dalla nostra mente in un naturale tentativo di resistere al cambiamento.
Anziché concentrarci solo sugli aspetti negativi che rischiano di scoraggiarci, è bene immaginare le conseguenze positive – in termini di maggiore efficienza, tempo risparmiato e soddisfazione – che possono derivare dall’apprendimento.
La consapevolezza è un elemento determinante in diversi aspetti organizzativi: la leadership, la collaborazione e la disponibilità ad apprendere sono alcuni esempi nei quali avere un quadro il più possibile obiettivo di noi stessi aiuta a migliorare l’efficacia personale.
È fondamentale avvalersi dello strumento del feedback, per osservare i nostri comportamenti dal punto di vista degli altri, che si tratti di colleghi, collaboratori o manager.
Nel caso della necessità di imparare, il rischio di un’autovalutazione è quello di sopravvalutare le nostre capacità, limitando le opportunità di miglioramento che derivano dall’ascolto.
Oltre alla disponibilità ad ascoltare le opinioni altrui – e le critiche, perché no? – le persone disposte a imparare sono in grado di formulare le domande che aiutano a considerare anche le nozioni apparentemente più noiose da un nuovo e più stimolante punto di vista.
Uno dei modi migliori per trovare la motivazione giusta e imparare ad imparare è confrontarsi con i massimi esperti in una materia, leggendo i loro testi o guardandoli parlare in video, e alimentare così la curiosità anche grazie alla loro visione.
Il percorso di apprendimento deve prevedere anche alcuni errori, perciò dobbiamo essere indulgenti nei nostri confronti e disponibili a farci supportare da chi ne sa più di noi.
La naturale frustrazione iniziale deve essere equilibrata dalla fiducia nelle nostre capacità e dalla consapevolezza che, in questa fase, anche le domande più banali possano essere utili a comprendere e imparare.
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