Quando nelle organizzazioni aziendali si desidera incrementare il senso di appartenenza dei propri collaboratori o migliorarne la collaborazione, capita che ci si rivolga a società che propongono corsi di team building, riponendo in questi eventi grandissime aspettative. Eppure, se si cercano opinioni online sull'argomento le esperienze dei partecipanti, pur positive, adrenaliniche e divertenti, non sempre portano risultati concreti alla realtà lavorativa quotidiana. In questo articolo, proveremo a capire come realizzare un evento d’impatto, ma efficace nel tempo, analizzando:
Si tratta di competenze ritenute fondamentali perché gli equilibri, sia tra colleghi che tra dipartimenti, già particolarmente delicati, sono messi a dura prova dalle pressioni del mercato, dallo stress delle scadenze, da insicurezze dei singoli e dai cambiamenti organizzativi.
Ecco i collegamenti rapidi ai paragrafi che seguono:
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Può accadere che, mentre i manager e il dipartimento HR carichino queste attività di aspettative a volte eccessive, i partecipanti, al contrario, le prendano sottogamba, considerandole delle perdite di tempo o delle semplici occasioni di divertimento per staccare dalla routine quotidiana. Il motivo dell'insuccesso? Nel progetto potrebbero mancare alcuni dei passaggi fondamentali per ottenere risultati. Vediamo insieme quali sono.
L’evento di team può diventare un progetto formativo a tutti gli effetti solo se viene associato a un’analisi dei bisogni specifici del gruppo di lavoro. Spesso questi riguardano la necessità di creare una maggiore collaborazione, di migliorare la comunicazione e la coesione tra colleghi, costruendo delle relazioni professionali che portino al successo dell’azienda.
Tuttavia, come si aiutano i collaboratori a gestire al meglio i loro problemi organizzando una giornata di rafting, ad esempio?
La risposta risiede in un’altra componente fondamentale del progetto: il metodo.
Si tratta della metafora che il formatore userà per trasferire ciò che si vive nel corso dell’evento al proprio quotidiano lavorativo.
Attraverso le attività previste (che possono essere molteplici e ne vedremo alcuni esempi nel corso di questo articolo), il formatore definisce la modalità con la quale intende aiutare l’azienda a raggiungere i suoi obiettivi.
Per questa connotazione strategica che ricopre il formatore, occorre prestare particolare attenzione alla fase di scelta del fornitore, la società che curerà ogni aspetto dell’evento. Sul mercato, infatti, si trovano moltissimi fornitori di esperienze che puntano tutto sull'aspetto organizzativo dell’evento, trascurando però la componente essenziale, il metodo, che determina nella maggior parte dei casi la riuscita del progetto in termini di coinvolgimento dei partecipanti e raggiungimento dei risultati di business.
I traguardi definiti internamente all'azienda al momento della decisione di organizzare un evento di team building vanno condivisi, oltre che con il formatore, anche con i partecipanti.
Il ruolo del manager anche in questo caso è centrale affinché il gruppo possa comprendere le ragioni dell’evento, abbandoni i pregiudizi e lo approcci con la giusta motivazione.
Perché l’azienda riesca a ottenere risultati misurabili e ROI positivo dall'evento, è fondamentale che il programma preveda, al termine delle giornate di attività vera e propria, degli incontri one-to-one tra collaboratore e responsabile per confrontarsi su quanto emerso e monitorare i progressi fatti. Anche tra colleghi è possibile organizzare delle sessioni di peer to peer coaching per migliorare costantemente le performance ma non sentire la pressione del confronto con un manager.
La scelta del tipo di attività in alcuni casi ha la priorità assoluta, tuttavia, come abbiamo visto in precedenza, non si tratta di una decisione strategica, poiché sta alla professionalità del coach la creazione di una metafora capace di trasferire i nuovi comportamenti al contesto lavorativo concreto.
Molto più importante, in questo passaggio, è riuscire a legare l’esperienza all'obiettivo che si desidera raggiungere e farlo con metodo.
Quelli che seguono sono solamente alcuni esempi delle innumerevoli esperienze che si possono organizzare.
Come si sceglie l’attività giusta?
L’attenzione dell’azienda dovrebbe concentrarsi sull'equilibrio tra momenti attivi e momenti riflessivi, affinché i partecipanti riescano e abbiano il tempo di tradurre la metafora esperienziale nei comportamenti e nelle situazioni lavorative di ogni giorno.
Come già detto, ogni esperienza, grazie al contributo di un formatore professionale, può essere impostata per il raggiungimento degli obiettivi definiti con l’azienda cliente. Posto che la chiave del successo si trova nel metodo, proviamo a raccontare alcuni esempi di attività.
Nell’esercizio in cucina, con la creazione di nuovi piatti e ricette in gruppo ognuno può offrire il proprio contributo e mettere in campo fantasia, creatività e, perché no, leadership.
A seconda degli obiettivi che si desiderano raggiungere, il gruppo può essere diviso in squadre più piccole, in sfida l’una con l’altra nella realizzazione di piatti simili in forme diverse, oppure di piatti diversi per formare un intero servizio, dall’antipasto al dolce o ancora nell’uso alternativo di un singolo ingrediente in ricette diverse.
Gli esempi più classici, per quanto estremi, di attività outdoor, sono le esperienze in kayak o in canoa. Per qualcuno non c’è nulla che dica “lavoriamo insieme, facciamo squadra” più di cercare di non cadere in acqua con i colleghi.
Il punto debole legato a questo tipo di attività, oltre alla logistica, perché non sempre si ha un fiume a pochi chilometri dall'ufficio, riguarda l’inclusione di tutti i membri del team. Se alcune persone non sono particolarmente sportive e hanno paura dell’acqua partiranno in una posizione di concreto svantaggio rispetto ai colleghi più spregiudicati. Lo scopo di questi eventi, tuttavia, dovrebbe essere quello di includere e non escludere, facendo sentire ogni partecipante a proprio agio e in grado di dare il proprio contributo.
Anche gli esercizi di orienteering sono utilizzati come metafore, perché stimolano corpo e mente nell'attività che ha lo scopo di raggiungere un traguardo nel minor tempo possibile e con passaggi intermedi, segnalati su una mappa, necessari alla strategia.
A seconda dei bisogni dell’azienda e delle capacità del gruppo, possono essere impostati diversi livelli di difficoltà e programmi di orienteering.
Un altro esempio di progetto di team outdoor sono le mini olimpiadi dove vengono ricreati i giochi olimpici tra colleghi, con sfide in competizioni diverse, sempre divertenti, a squadre. Capacità strategica e spirito di gruppo sono le caratteristiche necessarie, non tanto alla vittoria, quanto al successo dell'attività aziendale.
Se si cerca un’attività più rilassata rispetto a quelle outdoor, i laboratori creativi come le lezioni di pittura possono rappresentare un compromesso ideale. Dare libero sfogo all'espressione più o meno artistica dei propri collaboratori permetterà loro di sentirsi a proprio agio e incoraggiati a dare il meglio di sé, senza condizionamenti esterni.
Attraverso il teatro, ciascun partecipante è in grado di contribuire alla messa in scena che, in questo caso, è la metafora dell’obiettivo comune. Così facendo si sviluppano sia la consapevolezza delle dinamiche di gruppo che la capacità comunicativa per raggiungere, insieme al team, i risultati desiderati.
Simile all'attività teatrale, ma più legato alla musica, è il cosiddetto drumstorming che concentra l’attività metaforica sulla composizione di un’orchestra. Perché abbia successo, questa dovrà essere armonica (dal punto di vista dei rapporti interpersonali) e raggiungere un accordo emotivo. Le percussioni si prestano perfettamente a creare un ritmo e dare intensità all'intero esercizio.
Anche il dance training si basa sul lavoro dei gruppi di partecipanti che si esprimono attraverso la danza. Avvalendosi del supporto di ballerini professionisti, apprendono le basi di uno stile di ballo e le rielaborano allo scopo di realizzare una breve coreografia a tema. Alla base dell’attività ci sono la creatività individuale e la sinergia di gruppo.
Nel paragrafo precedente abbiamo affrontato il tema dell’outdoor training che a volte viene confuso con la formazione esperienziale. Eppure, ci sono alcune differenze sostanziali, vediamole insieme:
Se dunque, l’esperienza è un requisito basilare nella formazione degli adulti, perché recupera l’aspetto ludico dell’apprendimento dei bambini e riesce nel tentativo di spostare il punto di vista dei partecipanti per fare loro comprendere quali comportamenti siano davvero efficaci, non è così necessario eseguire delle attività in contesti outdoor estremi e particolarmente sfidanti.
Anzi, alla base del successo di eventi di team c’è la fiducia dei partecipanti nei confronti di ciò che stanno per fare, fiducia che viene meno se qualcuno non si sente a proprio agio o ha paura di essere messo in difficoltà.
Attenzione, quindi, alle finalità dell’evento per avere la sicurezza di centrare gli obiettivi formativi. Dopodiché, come abbiamo già detto, la dimensione pratica e attiva deve essere ben bilanciata rispetto a quella di riflessione, osservazione delle proprie attività, rielaborazione, e trasferimento di quanto appreso nel contesto lavorativo quotidiano.
Gli eventi aziendali come quelli descritti in questo articolo sono un progetto totalmente diverso dalla formazione tradizionale dove il partecipante si limita ad ascoltare passivamente un coach che fornisce nozioni o regole comportamentali, tuttavia senza un focus sugli obiettivi e sul metodo è difficile comprendere e mettere in pratica qualsiasi tipo di apprendimento.
Per questo è necessario creare le condizioni per fare imparare qualcosa a tutti i partecipanti, alternando attività pratica e momenti più riflessivi.
Tutti gli elementi logistico-organizzativi che spesso costituiscono il focus dell’organizzazione di eventi di team non possono essere trascurati, ma le vere fondamenta per il successo riguardano altri aspetti e possono forniti sotto forma di kit del formatore che comprende:
Il rischio, in mancanza di questi presupposti, è che l’evento sia percepito come una gita aziendale o una vacanza vera e propria.
In conclusione, organizzare un evento aziendale per la costruzione del team non significa offrire solo puro divertimento, ma nemmeno rinchiudere i collaboratori in un’aula per ore con l’obiettivo di inculcare lo spirito di gruppo.
Seguendo la guida di un partner di formazione affidabile, il team vivrà un’esperienza indimenticabile che contribuirà a migliorarne notevolmente le performance, sia individuali che collettive.
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