Nell’articolo che segue vedremo quali sono i fattori relazionali che determinano la felicità delle persone e di come i corsi aziendali contribuiscano a rafforzarli, con una conseguente riduzione e prevenzione dello stress.
Nelle pagine di questo blog abbiamo già affrontato il tema della felicità in azienda e di come non si tratti di un traguardo raggiungibile alla conclusione positiva di un percorso, ma al contrario influenzi proprio la nostra capacità di centrare al meglio gli obiettivi.
Nel suo libro The Happiness Advantage: The Seven Principles of Positive Psychology That Fuel Success and Performance at Work, Shawn Achor riporta alcune osservazioni che riguardano la chiusura dei mercati azionari al termine di una giornata particolarmente negativa nel novembre 2008.
I trader, anziché riunirsi in gruppo per lasciare le scrivanie insieme, come di consueto, si allontanavano uno alla volta e in silenzio.
In un periodo particolarmente difficile, stavano consapevolmente rinunciando al supporto di amici e colleghi, la loro rete sociale, la risorsa forse più preziosa per superare tali difficoltà.
Ma la scelta di chiudersi in sé non era solo degli individui: quante aziende hanno eliminato programmi di team building e progetti di formazione proprio a causa della crisi, senza pensare che il supporto sociale fosse ciò di cui l’intera organizzazione avesse maggiormente bisogno?
L’essere circondati da una comunità di individui e la consapevolezza di potere contare su di loro sono fattori che di fatto moltiplicano le nostre risorse, non solo emotive, ma anche intellettuali e fisiche.
La comunità non è limitata all’assetto familiare, ma comprende amici e colleghi.
E proprio i colleghi possono diventare protagonisti attivi nel supporto sia durante i corsi aziendali sia al termine, una volta rientrati in ufficio.
Non parliamo esclusivamente di corsi di team building dove è evidente che lo scopo delle attività sia la creazione di un gruppo di lavoro efficace, ma anche di formazione che punta allo sviluppo di competenze individuali, le cosiddette soft skill.
Con la guida di un formatore qualificato, il programma di traning può prevedere dei momenti di peer to peer coaching nei quali i colleghi formano delle coppie e analizzano le attività svolte, condividono sfide e obiettivi e si supportano l’un l’altro nel mantenimento dei progressi.
Con questa modalità, i partecipanti ai corsi si sentono anche meno a disagio nel dovere condividere esperienze di fronte a tutti e i risultati sono moltiplicati proprio grazie al supporto sociale anche al termine dell’attività formativa. I colleghi possono infatti continuare a fare da coach nel corso di brevi incontri nei quali l’uno monitora i progressi dell’altro, stimolando l’impegno quotidiano anche se si è rientrati in ufficio e non c’è il formatore a guidare il percorso.
La potenza delle interazioni sociali riguarda la loro capacità di rafforzare le relazioni nel tempo: non si limitano, infatti, a infondere energia positiva nel momento in cui avvengono, ma innalzano gradualmente il livello di felicità.
Se un collega si ferma per chiedervi come stia andando la vostra giornata o semplicemente per salutarvi, da quella breve interazione si attiva una spirale positiva che aumenta la felicità e incrementa i benefici che ne conseguono.
Le persone di maggior successo, per anni oggetto di studi accademici proprio sulla felicità, hanno un denominatore comune che non riguarda né la provenienza geografica, né il ceto sociale, bensì la loro volontà di investire sulle relazioni sociali, anche nei momenti di tensione e stress, anziché chiudersi in se stesse.
Il supporto sociale non rende solamente più felici, ma più produttivi, concentrati e resilienti, poiché quando si crea una connessione sociale positiva, nel sistema circolatorio viene rilasciata ossitocina, un ormone strettamente legato al piacere e capace di ridurre immediatamente la sensazione di ansia, migliorando la capacità di concentrazione.
Gli studi hanno dimostrato come le persone che hanno frequenti interazioni positive nel corso della giornata lavorativa aiutino il proprio sistema cardiovascolare a sopravvivere a tensioni ed ansie, creando uno scudo protettivo contro lo stress negativo.
Ogni connessione, infatti, abbassa i livelli di cortisolo che è l’ormone legato allo stress. Non si tratta solo di una cura, ma di una vera e propria prevenzione, anche perché le relazioni sociali aiutano a limitare la percezione di alcune situazioni come stressanti, riconoscendo nelle stesse nuove opportunità di crescita.
Nel mondo del lavoro attuale, costantemente soggetto a cambiamenti anche imprevedibili, la gestione dello stress è sicuramente una competenza assai ricercata dalle imprese. Per questa ragione i corsi aziendali continuano ad avere un’importanza strategica, sia per la capacità di creare connessioni tra colleghi che per quella di individuare i comportamenti positivi capaci di prevenire le tensioni.
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