Il concetto di intelligenza interpersonale fa parte del modello di intelligenze multiple proposto da Howard Gardner circa quarant’anni fa. La modalità interpersonale permette a ognuno di noi di gestire le relazioni con gli altri e implica la capacità di individuare, comprendere e reagire in modo appropriato all’umore, alle intenzioni e ai desideri dei nostri interlocutori.
Continua a leggere questo articolo per scoprire tutte le caratteristiche e alcuni esempi dell’intelligenza di tipo interpersonale.
Le caratteristiche dell’intelligenza interpersonale
Prima di addentrarci nella descrizione di quella interpersonale, vediamo quali sono gli altri tipi di intelligenza teorizzati da Gardner:
- linguistica
- matematica
- intrapersonale
- cinestetica
- musicale
- visivo-spaziale
Da un punto di vista neurologico, l’intelligenza di tipo interpersonale risiede nel lobo frontale del nostro cervello e spicca in modo particolare negli individui con posizioni di leadership, ma anche negli insegnanti, nei terapisti e in alcune figure religiose.
Anche se la comunicazione verbale è uno degli strumenti più efficaci per comprendere gli altri, l’intelligenza interpersonale non è limitata all’uso delle parole; comprende infatti un discreto livello di empatia che ci consente di riconoscere le emozioni altrui e reagire in modo appropriato.
Dunque, chi nelle organizzazioni aziendali si trova a guidare un gruppo di lavoro ha bisogno di questo tipo di competenze, per creare relazioni interpersonali basate sulla fiducia e sulla collaborazione.
L'intelligenza interpersonale può essere sviluppata?
Come accade per tutte le competenze soft - comportamentali e non tecniche - anche l’intelligenza di tipo interpersonale può essere sviluppata e allenata, per costruire rapporti e mantenerli sani, giorno dopo giorno.
L’ascolto attivo è il primo passaggio per comprendere meglio i nostri interlocutori: si tratta di un esercizio, anche di attenzione, che aiuta ad andare oltre le parole e osservare il modo in cui vengono pronunciate, senza giudizi. Restare in ascolto significa non interrompere e quindi non volere imporre a ogni costo il nostro punto di vista agli altri.
Abbiamo già introdotto il concetto centrale di empatia, che potrebbe essere riassunto nel tentativo di metterci nei panni dei nostri interlocutori, per comprendere meglio ciò che stanno cercando di comunicarci. Assumere un punto di vista diverso rispetto al nostro significa prendere in considerazione le esperienze e il tipo di personalità di chi si trova di fronte a noi (o dall’altro capo della videoconferenza), cercando di sgombrare il campo dal nostro personale vissuto.
Ecco alcuni consigli utili per praticare l’empatia:
- osservare la comunicazione non verbale – il tono della voce, i gesti, la postura e gli sguardi – e confrontarla con i messaggi verbali
- dare e ricevere feedback, scambiando informazioni e punti di vista su eventi e situazioni molto probabilmente percepiti in modo diverso a seconda dell’osservatore
- non dare per scontato di conoscere le opinioni e le sensazioni dei nostri collaboratori, ma fare domande e restare in ascolto
- creare occasioni per lavorare in gruppo, per mettere in pratica le competenze di risoluzione dei conflitti, empatia e collaborazione, osservando i punti di forza da valorizzare
- circondarsi di persone diverse da noi, per imparare qualcosa di nuovo ed espandere i nostri orizzonti, in ottica di lifelong learning
- leggere, guardare film e serie TV, per studiare il carattere dei personaggi e immedesimarsi, comprendendo le motivazioni che li muovono
- lasciare la comfort zone, approfittando di ogni occasione per sperimentare nuovi contesti, apprendere nuove competenze e aprirsi ai cambiamenti
Esempi di intelligenza interpersonale
I ruoli che vedono la relazione interpersonale al centro del proprio focus - come psicologi, terapeuti, counselor e coach - richiedono la capacità di comprendere le emozioni altrui.
Anche i leader politici e coloro che operano nel sociale hanno necessità simili, per fare da portavoce delle istanze dei loro concittadini.
Infine, l’intelligenza emotiva fa parte delle competenze sempre più richieste nei manager e nei leader, che devono guidare i collaboratori coinvolgendoli e ispirandoli.
Tuttavia, l’intelligenza interpersonale può essere individuata in chiunque sappia comprendere le necessità dei propri interlocutori e di riconoscerne le sensazioni, adattando il proprio comportamento per evitare di ferirli o metterli a disagio.
Si tratta quindi di caratteristiche fondamentali nella creazione di gruppi di lavoro sereni, perché le persone intelligenti dal punto di vista emotivo e interpersonale sono in grado di prevenire i conflitti e ridurre le cause di stress.
Per fare un passo avanti verso l’efficacia relazionale, è necessaria una maggiore consapevolezza delle conseguenze delle nostre parole e azioni sulle persone che ci circondano. Ecco perché l’ascolto va allenato ancora più della comunicazione.
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